Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pirri verace onora la sua Santa

Fonte: La Nuova Sardegna
7 aprile 2010

MERCOLEDÌ, 07 APRILE 2010

Pagina 2 - Cagliari


Specchio dell’inurbazione è la perdita di attacamento al culto e ai festeggiamenti dedicati a Santa Maria Chiara




MARIO GIRAU
CAGLIARI. Anche santa Maria Chiara registra, dal suo particolare osservatorio, i profondi cambiamenti sociali e culturali intervenuti negli ultimi decenni fino a scolorire l’anima originaria della popolosa frazione cagliaritana. I pirresi doc - che ieri hanno partecipato all’inizio dei festeggiamenti che si protrarranno per tutta la settimana - sono sempre più rari e ricade tutto sulle loro spalle l’onere di conservare, ma anche diffondere, il culto plurisecolare (risale al XIII secolo) per la loro patrona. Anche quest’anno, infatti, i quaranta uomini del comitato organizzatore hanno dovuto faticare le proverbiali sette camicie per questuare tra la popolazione fondi destinati alla festa del lunedì dell’Angelo. Francesco Guarino - Ciccio per tutti - è il decano del gruppo. «Ne faccio parte - dice - dal 1962, anno terribile per i pirresi perché, una settimana dopo Pasqua, i ladri spogliarono il simulacro di ex voto di incalcolabile valore. In quegli anni la gente era più affezionata alla tradizioni, voleva che la festa patronale fosse spettacolare, partecipata e si mostrava veramente generosa nelle offerte». «Quando passavamo di casa in casa - ricorda Pietro Giua per ben tre volte al vertice dell’organizzazione - i pirresi ci aspettavano e se, casualmente assenti, portavano l’offerta a casa degli obrieri». Non è più così. Pirri è lo specchio della città capoluogo, multietnica, con abitanti arrivati da tutte le parti dell’isola, nessun legame col territorio. «La diminuita generosità nelle offerte - aggiunge Guarino - si spiega soprattutto con l’assenza di questo cordone ombelicale affettivo con la frazione, con le sue tradizioni, con il carattere della nostra comunità. Decisamente labile il legame dei giovani con la festa. Il loro commento al nostro andare di casa in casa è un lapidario “ita serbiri”, che fa cascare le braccia e passare la voglia di impegnarsi».
Nonostante tutto i custodi della venerazione a santa Maria Chiara resistono. Si sentono eredi di quei pirresi che il 29 aprile 1962 intervennero in massa alla processione riparatrice con cui il popolo dell’intera frazione cagliaritana invocò il perdono per l’atto sacrilego compiuto. In quell’occasione - raccontano le cronache - «il popolo restituì alla santa, amata e implorata patrona - molti preziosi in più rispetto a quelli sottratti dai ladri».