Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Comune: una moratoria per i baretti

Fonte: L'Unione Sarda
6 aprile 2010

Poetto. Dopo la nuova sentenza del Tar che ha dato ragione ai titolari dell'Emerson

La stagione è già iniziata e si tratta per evitare le demolizioni

Dopo la nuova sentenza del Tar i titolari dei chioschetti cercano una mediazione con il Comune.
«Per noi la stagione inizia». Non ha dubbi Luciano Spiga, contitolare del chiosco “Oasi” e dello stabilimento “Le Palmette”, ieri mattina alle prese con decine di clienti. Migliaia di persone, infatti, vista la bella giornata di sole hanno approfittato dell'imminente festività per pranzare in uno dei tanti baretti del Poetto e trascorrere qualche ora al mare. «Il pericolo demolizione rimane», prosegue, «ma il Comune ce la sta mettendo tutta per risolvere la situazione con continui contatti, anche con la Procura».
I RICORSI Mercoledì scorso il Tar Sardegna ha accolto un ricorso presentato dagli avvocati di Alessandro Murgia, titolare dell'Emerson, contro l'ordinanza di demolizione emanata dal Comune nei confronti dei chioschetti del litorale. Un salvagente giuridico a cui, già nelle prossime settimane, potrebbero appigliarsi anche le altre attività su cui incombe la minaccia delle ruspe. In precedenza, qualche settimana fa, sempre i giudici amministrativi avevano sospeso l'ordine nei confronti di “Oasi” e “Palmette”. «Nel nostro caso», spiega Spiga, «la decisione è arrivata perché c'era un altro procedimento in corso. In ogni caso, ora la nostra stagione comincia e stiamo già assumendo: qui all'Oasi lavoreranno stabilmente per tutta l'estate tra le dieci e le dodici persone».
IL SALVAGENTE Sulla decisione del collegio giudicante che ha accolto il ricorso dell'Emerson pesa «l'insufficienza del processo motivazionale». Il Comune, infatti, si è limitato a «evidenziare il generico contrasto tra le opere realizzate e il Piano di utilizzazione dei litorali (come si legge nel preavviso di rigetto) e tra le stesse opere e il “Regolamento Comunale per l'installazione di manufatti amovibili nel litorale del Poetto” (come invece si afferma nel provvedimento finale), ma non ha indicato quali siano le specifiche disposizioni violate, del Piano o del Regolamento». Un salvagente valido anche per gli altri? «No. Il discorso è più complicato», spiega Sergio Mascia, portavoce della cooperativa Poetto Service che raggruppa 9 dei 21 baretti del litorale cagliaritano (la Sella del Diavolo, Palm Beach, La lanterna rossa, Twist bar, La sesta, Miraggio, Il Nilo, Calypso, Corto Maltese, Fico d'India, Dolce Vita, Capolinea e l'affiliato Otium Caffè). «Essendo carente la motivazione», prosegue, «il Comune potrebbe, nel giro di qualche giorno, riformulare l'ordinanza con le integrazioni e ci si troverebbe al punto di partenza. Arrivati a questo punto, visto le strade che coraggiosamente sono state percorse, l'unica via ancora percorribile resta quella che abbiamo intrapreso: rimuovere le strutture e ricostruirle. Per poterlo fare bisogna definire con l'amministrazione comunale i dettagli della nuova edificazione. Questi ricorsi, in ogni caso, sebbene temporanei, ci permettono di continuare a lavorare». Ma la stagione, ormai alle porte viste le giornate con temperature in continuo aumento, non è ancora salva. «Questo è il vero problema», conclude Mascia, «c'è una trattativa per evitare ripercussioni pesantissime e salvare la stagione. Con gli assessorati comunali stiamo dialogando sulle dimensioni del manufatto, ma intanto abbiamo già iniziato a smantellare le strutture complementari attorno al chiosco, così da proseguire la somministrazione».
IL COMUNE E ieri, nonostante l'avvicinarsi delle festività, gli uffici comunali stavano studiando la sentenza del Tar Sardegna per capire come muoversi. «L'ingiunzione di demolizione c'è sempre», chiarisce lapidario Gianni Campus, assessore all'Urbanistica e all'Ambiente, «anche perché la questione dell'illegittimità di queste strutture è stata sollevata dal magistrato e confermata dai miei uffici. E c'è un ulteriore rischio. Quello che queste persone, titolari di concessioni governative per l'utilizzo dell'area demaniale, possano vedersela revocare proprio per il protrarsi di questa situazione di illegittimità». E l'assessore lancia anche la proposta di un intervento per salvare la stagione, ormai pressoché iniziata. «Non è nei miei poteri farlo», dice Campus, «ma apprezzerei un intervento affinché venisse emanata una proroga a tempo, una sorta di moratoria o comunque si voglia chiamare, per impedire le demolizioni durante l'estate e salvare la stagione. Certo, comunque, non è una partita che si risolve con i ricorsi».
I CLIENTI L'atmosfera resta surreale, sospesa tra l'ordine di demolire e la spiaggia che ogni giorno riprende ad animarsi. Nell'attesa di capire cosa succederà, già ieri mattina quasi tutti i chioschetti erano già affollatissimi. «Mi spiace se venissero rasi al suolo», dice Clara Sanvido, impiegata pubblica, alle prese con un'insalata e un trancio di pizza, «veniamo qui coi colleghi a trascorrere la pausa pranzo, in uno scenario che tutto il mondo ci invidia. Certo non è giusto fare le cose abusivamente, ma penso che se avessero concesso le autorizzazioni nessuno si sarebbe mai sognato di costruire fuori dalle norme». Tanti i cori a difesa, ma anche qualche voce contraria (che pure ieri non disdegnava un pranzetto sotto i gazebo dei chioschetti). «Non capisco perché se noi chiudiamo anche un solo balcone ce lo fanno subito demolire», protesta Ettore Murgia, informatico quarantenne, «mentre poi c'è chi ancora può occupare interi appezzamenti di spiaggia. Alcuni sono diventati veri e propri ristoranti, simili anche nei prezzi a quelli di lusso».
FRANCESCO PINNA

03/04/2010