Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Se il Comune è un pessimo padrone di casa

Fonte: La Nuova Sardegna
6 aprile 2010

SABATO, 03 APRILE 2010

Pagina 2 - Cagliari

La polemica. La cattiva gestione di un patrimonio immobiliare che è tra i primi in Italia per valore economico: 766 milioni di euro

Non rende quanto dovrebbe: il piano di riordino pensato dalla giunta e le proposte del Pd


ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il capoluogo è la prima città in Sardegna e l’undicesima in Italia per il valore pro capite del patrimonio immobiliare del Comune. Inoltre, secondo il censimento fatto dal Comune, il patrimonio sarebbe attorno ai 766 milioni di euro. Non c’è buddio: è un tesoro.
Di recente la Giunta ha varato l’ennesimo piano «delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari» per cercare di far cassa. Nel piano è stata inserita correttamente la distinzione tra le case di edilizia residenziale pubblica (Erp, gli alloggi popolari), che sono regolate da leggi specifiche, dal resto del patrimonio.
Complessivamente le ricchezze del Comune sono costituite (come valore) per 103 milioni da beni con vincolo monumentale, per 25 milioni da terreni indisponibili, per 606 da fabbricati indisponibili e per 30 da fabbricati disponibili. «Ma sino ad ora - sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd che nel tempo ha presentato diversi ordini del giorno sull’argomento, sin dal 2008 - la gestione del patrimonio disponibile è stata caratterizzata da rendimenti estremamente bassi e da modalità di concessione inadeguate e poco trasparenti: canoni talvolta risibili, alta morosità, concessioni gratuite e accordi extra-contrattuali, occupazioni abusive continue, abitazioni libere, immobili diventati ruderi a seguito di trascuratezza gestionale».
Ora nell’ultima delibera, oltre a un piano di rientro delle morosità per le abitazioni (con affidamento del recupero a Equitalia), si sottolinea per il patrimonio non Erp la necessità di una «valutazione in base ai prezzi di mercato». E si pongono alcuni paletti per evitare affidamenti discrezionali di immobili di alto valore. «Un fatto indubbiamente positivo - continua Depau - ma tutto questo non basta, occorre un piano di gestione e valorizzazione complessivo».
Nello stesso tempo le carenze di fondi da parte dell’amministrazione sono in aumento. Da qui la richiesta «di una corretta e trasparente amministrazione», per puntare, come «priorità strategica - sottolinea Depau - anche alla creazione di entrate ulteriori: per migliorare i servizi per i cittadini, diminuire la fiscalità a carico degli stessi ed effettuare i necessari investimenti». Con un patrimonio come quello di Cagliari si può anche puntare a «possibilità di accordi con altri soggetti pubblici e privati (Area ecc.) per dotare la città» di strumenti in grado di «movimentare importanti risorse finanziarie». Disponibilità «necessarie per gli investimenti sulla casa, o realizzare un’efficace politica urbanistica mirata, in particolare, al risanamento ed al rilancio del centro storico cittadino».
Insomma, il Comune deve farsi parte attiva, ma «sulla base di un progetto». Potrebbe ad esempio promuvere, precisa Depau, «specifici bandi di gara per la stipula di accordi di comodato con i privati che consentano la valorizzazione dei beni di proprietà comunale».