Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Non bisogna bruciare le tappe: i genitori vigilino»

Fonte: L'Unione Sarda
30 marzo 2010

L'esperto

Oggigiorno bruciare le tappe sembra essere l'imperativo categorico nella vita di bambini e adolescenti. Si perché, diciamolo, la discoteca, non è certo un luogo adatto ad adolescenti in erba. Eppure sembra essere diventato l'ultimo trend tra gli under 13.
La visita del capo di gabinetto della Questura Giuseppe Giardina alla scuola Alfieri di Cagliari per sollecitare gli studenti a non accettare inviti di sedicenti organizzatori di soirée, non è certo casuale. Il problema delle serate danzanti, e probabilmente alcoliche, aperte e rivolte anche ai ragazzini delle medie è infatti ormai una realtà.
TEMPI GIUSTI La tentazione di una nuova esperienza, il desiderio di uniformarsi al gruppo, sono pulsioni che hanno una forza attrattiva prorompente per i giovanissimi, compresi e compressi in un'età di mezzo, non più piccoli, ma neppure grandi, alla perenne ricerca di un'identità. «Ma il rischio delle esperienze fatte prima del tempo», sottolinea Franca Sau insegnante, esperta in problematiche adolescenziali, «è grande». «I ragazzi, convinti di essere già adulti poiché fanno cose da adulti, possono sviluppare un senso di onnipotenza nocivo alla loro crescita».
Il problema maggiore deriva dal fatto che in questi ambienti entrano a contatto con ragazzi più grandi ai quali spesso sono incapaci di dire di no, con le conseguenze talvolta drammatiche a cui la cronaca ci ha abituato. Questo perché «sono ancora troppo piccoli e la loro personalità, la loro coscienza, non è ancora ben definita» precisa Franca Sau.
I GENITORI Ma anche questa volta sul banco d'accusa finisce la famiglia, «questa sconosciuta». La famiglia moderna, la famiglia “democratica” in cui i genitori sono amici e in cui tutto, o quasi, è permesso. «Ma questo non è il modello di cui hanno bisogno i giovani che chiedono di essere ascoltati davvero e non semplicemente accontentati», spiega ancora Franca Sau. Infatti se questa presenza e questo ascolto attivo dei genitori viene meno, «i ragazzi che sono alla perenne ricerca di punti fermi e di una guida troveranno altrove le loro certezze», conclude.
GIULIA MAMELI

30/03/2010