Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In classe si vendono i biglietti della discoteca

Fonte: L'Unione Sarda
30 marzo 2010

Allarme alla scuola media Alfieri dopo l'individuazione di alcuni baby-Pr. Interviene la Questura
«Quelle feste non sono per bambini, ci sono anche quarantenni»

Inviti per feste da adulti venduti a dieci euro nella scuola. Ce n'è abbastanza per far scattare l'allarme alla scuola media Alfieri.
Pr di discoteca a undici anni per arrotondare la paghetta ricevuta da papà e mamma. E quarantenni che partecipano alle feste dei bambini.
A lanciare l'allarme è stata la scuola media Alfieri, in via De Gioannis, dove diversi alunni sono stati sorpresi dai docenti a proporre ai compagnetti inviti a pagamento per serate danzanti in noti locali notturni della città. La Direzione della scuola è corsa subito ai ripari emanando una circolare in cui si ricorda che all'interno della sede scolastica è vietata qualsiasi attività pubblicitaria o di vendita. Non solo. Per sensibilizzare i genitori su un fenomeno che rischia di crescere per effetto dell'emulazione tra coetanei, la preside Graziella Artizzu ha incaricato gli insegnanti di scrivere una nota sui diari di tutti gli alunni, con l'obiettivo di informare le famiglie della situazione ed esortare le mamme e i papà a vigilare. Ma non è tutto. Sabato scorso la dirigente ha anche indetto un'assemblea generale in palestra, dove tutti gli alunni si sono riuniti per ascoltare i consigli e le raccomandazioni sul tema da parte di un funzionario della Questura. «Abbiamo voluto spiegare ai ragazzi e, di riflesso, anche ai genitori», afferma Graziella Artizzu, «che queste feste pubblicizzate dagli stessi alunni non sono nel modo più assoluto organizzate dalla scuola. Al contrario, dietro ci sono organizzazioni private gestite da adulti, che nulla hanno a che fare con noi. Questo per evitare che i genitori mandino i figli a queste feste nella convinzione che siano patrocinate dalla scuola».
LA QUESTURA «Demonizzare la discoteca è sbagliato», commenta Giuseppe Giardina, capo di gabinetto della Questura, che sabato ha coordinato la lezione, «ma è evidente che a undici anni non si è pronti ad affrontare certi ambienti e a riconoscere gli eventuali pericoli dello sballo. Abbiamo peraltro accertato che in molte di queste presunte “feste per le scuole medie” ci sono spesso ragazzi molto più grandi, a volte perfino quarantenni che non c'entrano proprio nulla con i bambini. Perché di bambini si tratta, non bisogna mai dimenticarlo». I giovanissimi Pr (addetti alle pubbliche relazioni) vendono ciascun invito a dieci euro e un euro lo tengono per loro. «L'attività di Pr è un lavoro a tutti gli effetti e i bambini di undici anni non devono lavorare bensì studiare e dedicarsi ad altre attività più adatte alla loro età. E dico di più. In teoria per fare il Pr bisognerebbe avere l'autorizzazione della Questura. Ma quasi nessuno ce l'ha, inclusi i maggiorenni».
PAOLO LOCHE

30/03/2010