Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cemento invece di alberi, protesta per il cantiere senza fine di piazza Maxia

Fonte: La Nuova Sardegna
29 marzo 2010

DOMENICA, 28 MARZO 2010

Pagina 2 - Cagliari



Gli abitanti del quartiere esasperati per i lavori che hanno stravolto un loro angolo di verde




ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Dire che sono seccati è usare un eufemismo. Gli abitanti di parte di via Pessina, via Scano, via della Pineta e di via De Gioannis si sono riversati ieri mattina davanti alla piazza «del Calcestruzzo» come è stata ribatezzata da una signora piazzetta Maxia. Da febbraio dello scorso anno la precedente è stata messa a soqquadro: le ruspe hanno lavorato a più non posso e ora c’è un grande buco.
Dentro sembra di vedere un paesaggio abbandonato, macchinari e segni di un giardino mai nato. «C’erano almeno quaranta alberi ventennali», racconta un abitante. «Ma quando li stavano togliendo, ho protestato con gli operai e domandato che cosa stessero facento. Tutti mi hanno detto di non preoccuparimi, che li avrebbero rimessi, ma dove?», prosegue un’altra abitante.
L’incontro, di fronte alla piazza-buco, è stato promosso dal Pd del consiglio comunale e cittadino. E ieri tutto si è trasformato in una serie di capannelli, in cui le persone parlano e si scambiano le proteste. Alla fine la decisione di creare un comitato di quartiere, elencare i diversi problemi e portare il tutto al sindaco Emilio Floris. Nella delibera comunale che ha dato vita ai lavori, che «hanno un costo di un milione e ducentomila euro - sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd in Municipio - si legge che non vi sono studi geologici specifici sull’area. E così abbiamo assistito a una serie di ritardi dovuti proprio al fatto che, scavando, ci si è accorti che i problemi c’erano. E che era necessario fare delle indagini specifiche». Di fronte a piazzetta Maxia si sono poi «aperte anche delle buche - riprende una signora - e quando ho chiamato non volevano credermi. Per fortuna una serie di abitanti si sono messi spontaneamente a impedire che le auto vi finissero dentro».
Jurj Marcialis e Claudio Cugusi, rispettivamente segretari cittadino e consigliere comunale del Pd, hanno anche loro ascoltato le lamentele: «Troppi ritardi e poi per fare che cosa? Alla fine ci ritroveremo con una piazza brutta, che può essere raggiunta solo da un lato e che presenta un muro di cemento armato». In questo modo, commenta una giovane abitante, «d’estate tutto si trasformerà in un forno».
I lavori sono iniziati nel febbraio del 2009. «In teoria - sottolinea Cugusi - le opere sarebbero dovute finire a dicembre, ma si è già alla terza proroga trimestrale e questo significa che alla fine rischiamo di arriver a un anno di ritardo». Da anni, sottolinea Depau, «noi chiediamo che questo tipo di interventi vengano fatti coinvolgendo la cittadinanza». Adesso, però, commenta un abitante, «ci troviamo di fronte a cose già decise. E ci ritroveremo un fossato chiamato “piazza” e senza alberi». Ma «non è detto - risponde Depau - abbiamo tutti davanti l’esempio dei parcheggi interrati di via Manzoni, dove dopo una serie di proteste abbiamo ottenuto che venisse tolto un piano. E non è stato facile, ma alla fine il cambiamento è stato ottenuto. Anche in questo caso si possono fare dei correttivi. L’amministrazione deve imparare a concertare sempre gli interventi, soprattutto quelli che coinvolgono le abitudini e il modo che i suoi abitanti hanno di vivere la città, i suoi rioni e i suoi spazi».
Alla fine tutti d’accordo per la formazione del comitato di quartiere e l’appuntamento è per un incontro al chiuso.