Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Bullismo o no, è la spia di un disagio»

Fonte: L'Unione Sarda
29 marzo 2010

Gli esperti. Gli psicologi invitano i docenti a capire perché gli studenti hanno fatto a botte


Due ragazzini fanno a botte nel cortile di una scuola ed è naturale che la notizia faccia clamore e metta in allarme la città. Forse non sarà bullismo né razzismo, ma l'episodio di ieri alle medie di via Venezia non può essere archiviato come un episodio di violenza una tantum. «La scuola deve capire cos'è successo e se ci sono state avvisaglie nel passato - raccomanda Luca Pisano, psicologo e psicoterapeuta - i docenti devono analizzare la relazione che c'era tra i due ragazzi, vedere se il senegalese abbia segnalato eventuali disagi: si potrebbero organizzare incontri per far riflettere gli studenti, portati a sottovalutare il peso delle prevaricazioni verbali, credendo che un'affermazione razzista o omofobica non provochi dolore». La pensa così anche Chiara Zanolla, consulente psicologo dell'assessorato comunale alle Politiche scolastiche. «Quel che è successo l'ho saputo da un nostro peer-educator (una delle figure coinvolte nel progetto anti-bullismo) - spiega - al di là del fatto concreto si registra una maggiore aggressività negli adolescenti anche per i cambiamenti della famiglia: è bene essere amici dei figli ma anche con i dovuti no e il rispetto delle regole, fondamentali per adulti e ragazzi».
L'EPISODIO Pisano è direttore dell'Ifos - Master in criminologia, l'istituto di formazione sardo impegnato nei progetti del Comune di contrasto al bullismo e cyberbullismo. Sull'espisodio di ieri invita alla cautela. «Prima di parlare di bullismo bisogna vedere qual è stato il pregresso, che relazione c'era tra i due ragazzi: ci deve essere un bullo, con la sua persistenza nella prevaricazione e l'intenzione di danneggiare l'altro, una vittima e gli spettatori, altrimenti c'è il rischio di allargare i confini del fenomeno facendoci rientrare anche episodi di criminalità». Naturalmente è facile che il bullismo sfoci in violenza. «Ieri si è verificato un atto di criminalità che interesserà la Procura e il Tribunale dei minori - dice Pisano - catalogarlo come bullismo è da vedere. Sicuramente è l'espressione di un disagio familiare e individuale: i ragazzini fanno molta fatica a controllarsi, esprimono aggressività senza tenere conto delle loro azioni. Spetta alla scuola analizzare bene il fatto». (c. ra.)

27/03/2010