Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Insulta un senegalese, rissa a scuola

Fonte: L'Unione Sarda
29 marzo 2010

Via Venezia. Intervengono i carabinieri. La preside della media Tuveri: «Banale lite tra due ragazzi, niente razzismo»

Genitori e insegnanti bloccano un undicenne di Sant'Elia

Pugni e calci tra due compagni delle medie, ieri mattina prima di entrare a scuola. A scatenare la violenza sarebbe stato l'insulto di un cagliaritano a uno studente senegalese.
L'antipatia è esplosa subito, il primo giorno che si sono incontrati in classe, alla scuola media Tuveri di via Venezia. Ieri mattina la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un undicenne di Sant'Elia ha insultato pesantemente un quindicenne senegalese, preso di mira per il colore della pelle. Il risultato? Pugni, calci e manate. Il tutto sotto gli occhi di insegnanti, alunni e genitori che avevano appena accompagnato a scuola i loro figli. Il duello si è esteso. C'è chi si è messo dalla parte del giovanissimo cagliaritano, c'è chi ha difeso il senegalese. La rissa è stata evitata grazie all'intervento degli insegnanti e di qualche papà, pochi istanti prima dell'arrivo di una pattuglia dei carabinieri.
SPINTE E BOTTE Alle 8,30 in via Venezia è una mattina come le altre: caotica. Strada bloccata dalle auto in doppia fila, genitori che aprono le portiere delle utilitarie quasi al volo per far scendere i figli, nonni vigile che cercano di portare un po' di ordine nel traffico impazzito. Da una parte del marciapiede gli alunni più piccoli varcano il cancello della scuola elementare. I dirimpettai più grandi si accalcano nel cortile dell'edificio che ospita le tre classi delle medie. Per gli studenti l'ultima boccata d'aria prima di sedersi davanti al banco. Ragazzine tredicenni chiacchierano tra loro, poco più in là un gruppetto di amici scherza sulla pettinatura di un compagno. Improvvisamente si sentono delle urla. Attorno a due giovanissimi si crea il vuoto. Da una parte un cagliaritano, 11 anni. Dall'altra un senegalese quindicenne. Il bulletto di Sant'Elia avrebbe offeso il compagno per l'ennesima volta. Nel mirino, la pelle scura del ragazzino. L'ennesimo insulto va a segno. Il giovane africano risponde per le rime. Il passo successivo è scontato: le botte. Calci e pugni in rapida successione sotto lo sguardo dei compagni. Qualcuno si avvicina ai due. Un altro senegalese cerca di difendere il connazionale. Quando sta per scoppiare la rissa interviene un insegnante. Aiutato da alcuni genitori riescono a dividere i ragazzini e a riportare la calma.
I CARABINIERI In via Venezia arriva una pattuglia dei carabinieri della stazione di Villanova e un'ambulanza del 118. Chi ha assistito al parapiglia si è preoccupato, chiamando i soccorsi e il “112”. I militari, coordinati dal luogotenente Pompeo Formato, entrano negli uffici della dirigente della scuola Tuveri. Ascoltano i due ragazzini (il quindicenne originario del Senegal è stato medicato dal personale del 118 per delle escoriazioni alle braccia che si è procurato nel tentativo di scavalcare l'inferriata dopo lo scontro con l'avversario) e i loro genitori, avvisati di quanto accaduto. I carabinieri nei prossimi giorni invieranno un rapporto al Tribunale per i minorenni, segnalando la situazione di disagio. L'undicenne di Sant'Elia è arrivato nella media di via Venezia da un mese, trasferito da un altro istituto. Un ragazzino “difficile” su cui la scuola sta lavorando per recuperarlo e aiutarlo ad integrarsi. Da subito si è scontrato con il quindicenne senegalese, compagno di classe nonostante la differenza d'età. Il giovanissimo africano sta frequentando la scuola media per la prima volta. È diventato il bersaglio preferito del bulletto. Insulti davanti agli altri ragazzi, quasi sempre a sfondo razzista. Un modo per provocare e, probabilmente, per attirare l'attenzione. Ora dovrebbe pagare tutto con una sospensione.
LA REPLICA DELLA SCUOLA Valentina Savona, dirigente dell'istituto comprensivo Tuveri e Don Milani, getta acqua sul fuoco: «Cosa è successo? Due ragazzini si sono picchiati. Non si sono mai sopportati. Si tratta di un episodio deprecabilissimo che come scuola condanniamo fortemente. Prenderemo dei provvedimenti disciplinari». La preside non vuole sentire le parole razzismo e bullismo: «È un caso che si siano affrontati un ragazzino bianco e uno nero. Si tratta di una lite tra due alunni. Niente di più. Come scuola siamo intervenuti e saremmo intervenuti pesantemente anche se non fossero arrivati i carabinieri. Il bullismo è altra cosa».
MATTEO VERCELLI

27/03/2010