Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Film e mostre, Cagliari celebra «Nannarella»

Fonte: La Nuova Sardegna
26 giugno 2008

GIOVEDÌ, 26 GIUGNO 2008
Pagina 34 - Inserto Estate


La rassegna sulla grande attrice da domani alla Galleria dello Sperone




GIANNI OLLA
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CAGLIARI. «Anna, l’antidiva: 1908-2008». Il centenario di Anna Magnani - celebrato in tutt’Italia con diverse retrospettive e mostre - viene ricordato con una mostra che si apre domani, 27 giugno, alle ore 19, presso il nuovo spazio comunale della Galleria dello Sperone (di lato alla passeggiata coperta del Bastione S. Remy, all’ingresso del quartiere di Castello), recentemente restaurata e aperta in occasione di «Monumenti Aperti».
Il titolo, scelto dalla curatrice, Matilde Hochkofler, autrice di una recente biografia della Magnani, contiene una sorta di lettura “trasversale” di una delle attrici più originali del panorama cinematografico nazionale.
Per esemplificarne il senso, basterà riandare all’ultima apparizione dell’attrice, sorpresa (si fa per dire) da Federico Fellini di fronte alla sua casa in Trastevere, nel finale di Roma (1972); la “tranche” paradocumentaria viene esaltata - ma anche mandata in pezzi - dalla Magnani che manda a quel paese il regista. Questa è forse la Magnani che tutti ricordano, anche coloro che non hanno visto quel film.
Facile identificare la sua spontaneità, il suo bisogno di essere se stessa, di non farsi identificare in un ruolo, come i tratti caratteristici della sua personalità, riflessa anche sullo schermo. La Magnani romanissima - anche se era nata a Fano e vissuta ad Alessandria d’Egitto - che amava cani e gatti; la Magnani madre apprensiva e piena di sensi di colpa nei confronti del figlio Luca (che ha collaborato alla mostra offrendo diverse immagini di famiglia), la Magnani che passa con tranquillità dalla cerimonia degli Oscar (vinse il premio come migliore attrice nel 1956 con «La rosa tatuata», accanto a Burt Lancaster) alle serate amichevoli in trattoria, dall’amicizia con i maggiori scrittori, italiani e non, al “buen retiro” del Circeo.
E d’altronde, nei suoi quarant’anni di carriera, film e spettacoli teatrali - e in finale di carriera, anche alcuni originali televisivi - hanno rispecchiato a sufficienza il suo carattere battagliero e autonomo e le tante sfaccettature della sua personalità.
Uscita dall’Accademia d’arte drammatica di Silvio D’Amico - allora si chiamava scuola di recitazione Eleonora Duse - la Magnani diventa celebre nell’avanspettacolo con Totò e Aldo Fabrizi, ma da subito passa al cinematografo, alternando figure melodrammatiche ad altre storiche.
La sua spontaneità neorealista - ma il termine non è stato ancora inventato - la intuisce per primo De Sica, facendole interpretare il ruolo della protagonista in «Teresa Venerdì» (1941), ma è Rossellini suo compagno di vita, a volerla in «Roma città aperta» (1945); sarà poi Visconti, con «Bellissima» (1951) a far incontrare la sua spontaneità con l’antidivismo, in una sorta di diagramma del contrasto post neorealista tra «attori presi dalla strada» e tentazioni divistiche inevitabili.
E ancora, forse il ruolo di dark lady all’italiana che Lattuada le cuce addosso per «Il bandito» (1946) a fianco del reduce Amedeo Nazzari, le apre la strada della breve carriera americana (oltre a «La rosa tatuata, interpreterà «Selvaggio è il vento», con Anthony Quinn e con la direzione di George Cukor, e «Pelle di serpente» di Lumet a fianco di Marlon Brando), in cui, a contatto con i quasi melodrammi di Tennessee Williams, esalta la sua chiave drammatica, in qualche modo alternativa all’esuberanza delle commedie ancora di matrice realista («Abbasso la miseria, Abbasso la ricchezza», «L’onorevole Angelina»).
Forse non è neanche un caso che l’ultimo grande regista a dirigerla fu, nel 1962, Pier Paolo Pasolini, che con «Mamma Roma», inventò per lei il personaggio dell’ex prostituta che, per amore del figlio, vuole ricominciare una nuova vita, rispettabile e borghese. Dentro quel ruolo difficile, c’è tutto lo spettro recitativo dell’attrice, e gli spettatori potrebbero ben scegliere quale sia, oggi, la Magnani più vicina allo spirito di un tempo in cui il cinema “popolare” si andava progressivamente liquefacendo.
La mostra cagliaritana - costruita con un ricco repertorio fotografico e con molti materiali a stampa, compresi i fotoromanzi dell’epoca, di cui fu indiscussa protagonista - resterà aperta fino a Ferragosto e sarà ovviamente contornata da una rassegna cinematografica che comprende 11 titoli («Bellissima», «Teresa Venerdì», «Campo de’ Fiori», «Roma città aperta», «Onorevole Angelina», «La carrozza d’oro», «Nella città l’inferno», «Pelle di serpente», «Risate di gioia», «Mamma Roma», «La rosa tatuata»).
Si aprirà anche questa il 27 giugno al Teatro civico di Castello (Accanto alla Galleria dello Sperone) con «Bellissima», e sarà presentata da una tavola rotonda a cui prenderanno parte la curatrice della mostra, Matilde Hochkofler, Orio Caldiron e David Bruni.