Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Piccoli Aristotele crescono al Cep

Fonte: L'Unione Sarda
23 marzo 2010

Gli alunni di due quinte impegnati in un corso di filosofia nelle elementari di via Gioia
«L'ombra non è di colore nero: il nero non è un colore»
Un'ora di lezione alla settimana. «Serve a far sviluppare loro il senso critico».
Piccoli filosofi crescono. Sono gli alunni di due quinte elementari della scuola di via Flavio Gioia che, per un'ora alla settimana, partecipano a un progetto di filosofia. È ovvio, i bambini non studiano Aristotele o Kant. Sono loro, invece, i filosofi, le persone che si pongono domande e cercano risposte. «L'obiettivo», afferma Paola Pati, l'insegnante che ha voluto fortemente il corso, «è sviluppare nei bambini il senso critico, aiutarli a crescere attraverso la discussione con gli altri». Un obiettivo che sembra a portata di mano, visto che questo è il secondo anno nel quale si svolge il corso. «L'anno scorso l'abbiamo fatto in via Castiglione: si è rivelato un successo».
LA LEZIONE Alle 15,30 di ogni lunedì, i bambini si riuniscono a semicerchio e, seguiti da un'esperta, leggono un piccolo racconto. «Tratto», puntualizza Giovanna Frongia, la guida di questi piccoli alunni, «da Kio & Gus , un libro di Matthew Lipman, fondatore dell' Institute for the advancement of philosophy for children ». Storielle di vita quotidiana, come quello proposto nella lezione di ieri: la storia di un bambino che chiedeva al nonno di raccontargli i tempi in cui, da giovane, faceva il marinaio. Il nonno ricorda un viaggio in Africa durante il quale vide leoni sulla spiaggia. Un ottimo spunto per le domande dei bambini.
LE DOMANDE Giada chiede perché il nonno definisce “dorate” le palme; Sonia vuole sapere la ragione per la quale l'acqua è “un po' verde e un po' blu”. Insieme a questi, tanti altri interrogativi. E Giovanna Frongia li associa tra loro. Nasce un dibattito sui colori. «Il sole dà il colore a tutte le cose», sostiene uno dei bambini. «No, tutte le cose hanno un colore a prescindere dal sole: al buio non si vedono i colori ma le cose continuano ad averlo». La lezione funziona, raggiunge l'effetto desiderato. «Hai ragione», afferma il primo bambino, «non ci avevo pensato». Una crescita che avviene attraverso il dialogo. Con la guida che interviene solo per dare ordine agli interventi. Nessuna lezione ex cathedra : quando i bambini cercano una spiegazione scientifica sull'esistenza dei colori, parlano guidati dalla fantasia. «Il mare è verde perché sott'acqua ci sono le alghe», sostiene uno dei piccoli alunni.
LA CRESCITA In fondo, la filosofia è nata proprio in questo modo: attorno a un maestro, giovani allievi si interrogavano su quesiti che riguardavano la loro esistenza. E, spesso, tiravano fuori concetti importanti. Ieri, nel corso della lezione, uno dei bambini si è lasciato andare a una riflessione da vero filosofo in nuce . «Non è giusto dire che l'ombra è di colore nero perché il nero non è un colore. Quindi, l'ombra non ha colore». Se fosse vissuto nell'Antica Grecia, Socrate ne avrebbe fatto uno dei discepoli preferiti.
LE FINALITÀ D'altronde, il corso si propone proprio di sviluppare le capacità di ragionamento degli alunni. «Non mi interessa», chiarisce Giovanna Frongia, «se i bambini dicono cose scientificamente sbagliate. Avranno modo di correggere questi errori nel prosieguo dei loro studi. Molto più importante è il fatto che che si confrontino tra loro, che sviluppino le proprie capacità di pensiero». I bambini, insconsapevolmente, sembrano essere d'accordo: per i sessanta minuti della lezione, parlano e ascoltano; sono rari gli interventi della guida per moderare le (minime) intemperanze dei più vivaci. Non solo: quando escono i bambini già parlano dei “compiti a casa”. La lezione si chiude con un interrogativo: «Le cose hanno colori o siamo noi che vediamo i colori?». Lunedì prossimo il dibattito sul tema.
MARCELLO COCCO

23/03/2010