Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baretti, scommessa contro il tempo

Fonte: La Nuova Sardegna
17 marzo 2010

MERCOLEDÌ, 17 MARZO 2010

Pagina 1 - Cagliari


A metà aprile cominceranno le due fasi: la rimozione e la ricostruzione



I titolari dei chioschi chiedono di poter fare «interventi modulari per non bloccare il servizio»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. L’ordinanza di demolizione dei baretti del Poetto del cinque novembre è ancora valida. Da qui la corsa col tempo da parte dei titolari dei chioschi per superare la situazione o, se si preferisce, per uscire dal circolo chiuso del serpente che si morde la coda.
La giornata di sole di domenica scorsa ha mostrato ancora una volta come i chioschi siano (ampiamente) utilizzate dai cagliaritani, che si sono riversati in massa sulla spiaggia. Ma i motivi che hanno prodotto l’ordinanza di rimozione esistono ancora: la mancanza di autorizzazione edilizia e l’ampliamento dei baretti (spesso tramite l’inserimento di vetrate o il ripristino di strutture, a seguito di mareggiate, differenti dal perimetro in concessione) hanno «armato» le carte bollate del Comune. Nello stesso tempo gli operatori dei chioschi sono almeno dal 1999 che chiedono delle norme per potersi mettere in regola con l’autorizzazione edilizia. Quest’ultima non è stata rilasciata (e qui il serpente si morde la coda) in quanto il Comune non ha mai emanato il piano di utilizzo del litorale (Pul), ovvero le regole che permettono di dare l’autorizzazione citata. «E noi da tempo abbiamo proposto di demolire le attuali strutture e di ricostruirle sulla base delle nuove norme, solo che queste non ci sono ancora - spiega Sergio Mascia, responsabile del consorzio Poetto Services, che associa nove baretti, a cui se ne sono aggiunti altri sei per il piano che si sta presentando al Comune - ora e sulla base della recente delibera approvata dal consiglio comunale, che fornisce gli indirizzi e che permette un’autorizzazione provvisoria, stiamo finendo di preparare un progetto. Lo consegneremo formalmente entro la prossima settimana».
A quel punto gli uffici dovranno indire la conferenza di servizio (con un minimo di tempo di venti giorni) e, se tutto andrà bene, si arriverà a metà aprile. A quel punto vi saranno i tempi tecnici per la rimozione, considerando anche che diversi baretti hanno la struttura-base in cemento armato sin dal 1986, anno della rimozione dei casotti. «Allora - spiega Mascia - vi fu anche l’abbattimento dei chioschi, seguito dall’autorizzazione di ricostruirli ma in tempi brevissimi, possibili solo con blocchi rettangolari già preconfezionati di cemento armato». Strutture, queste ultime, che «solo grandi gru saranno in grado di rimuovere - continua Mascia - ed è per questo che abbiamo chiesto di fare una rimozione modulare».
Le strutture provvisorie e amovibili da sistemare sulla spiaggia dovranno avere un manufatto centrale con base di 22 metri quadrati, più altri 30-35 metri di tettoia, come previsto nell’ultima concessione demaniale rilasciata dalla Regione nel 2004 (e con sei anni di durata). Ma occorreranno alcuni giorni per demolire il vecchio e montare il nuovo. «Noi abbiamo domandato - informa Mascia - che si possa fare l’intervento a macchia di leopardo, dividendo la spiaggia in quattro moduli, segnate dalle varie fermate: in questo modo permetteremo di formire sempre il servizio. E di sospendere le operazioni a fine maggio: per impdire che in estate i bagnanti si ritrovino la spiaggia ridotta a un cantiere. Per poi riprendere a fine stagione con questo tipo di demolizione-ricostruzione».