Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dubbi e paure dei presidi: meno ore e meno docenti

Fonte: L'Unione Sarda
17 marzo 2010

I cambiamenti visti dai dirigenti

Nessuno per adesso ha le idee chiare, ma un po' tutti hanno la stessa preoccupazione: capire quali saranno gli effetti dei tagli sugli insegnanti.
«Questa riforma sarà un vantaggio per gli studenti - dice il vice preside del Giua, Raffaele Mossa - ma per i docenti e tutto il personale è una penalizzazione, vista la riduzione delle ore e delle materie di studio. Speriamo di sbagliarci, col tempo ne verificheremo l'impatto». È uno dei tasti dolenti della riforma, per il vice preside dell'Artistico “Foiso Fois”, Antonio Cucca , che segnala «una perdita secca di diverse materie al primo anno del corso ordinamentale e una drastica riduzione delle ore, che salta subito agli occhi».
Come tutte le prime volte, le ricadute e l'effetto del cambiamento si valuteranno strada facendo: il nuovo modello dell'istruzione secondaria partirà gradualmente, a partire dal prossimo anno scolastico, per entrare a regime nel 2013. «Il problema è che in questa fase non abbiamo idea delle richieste dell'utenza - spiega Valentina Savona , assessore provinciale alla Pubblica istruzione - non c'è storico: bisogna vedere come sarà recepito questo cambiamento del quadro orario e la sparizione di alcune materie. Vedremo se questa trasformazione avrà successo e se la flessibilità concessa alle scuole nell'offerta formativa riuscirà in certi casi a riequilibrare la situazione. È una riforma che va sperimentata e gestita con cautela e intelligenza da parte di tutti».
Il preside del liceo scientifico Pacinotti, Silvano Deplano , si rammarica per l'impossibilità di attivare l'opzione di scienze applicate. «Gli unici licei nell'area vasta cagliaritana saranno quelli di Muravera e Sant'Antioco: questo per colpa della Regione che non ha adottato in tempo un piano dell'offerta formativa regionale. Un immobilismo che ha prodotto risultati perversi privando i cittadini della possibilità di avere un'opzione in più, come nelle altre regioni». Quel che accadrà lo dice il preside dell'Alberti: «Vuol dire che la riforma vera dobbiamo farcela da soli», taglia corto Aldo Cannas , che rivendica un piano nazionale per la formazione del personale, «se non vogliamo che la riforma si riduca a cambiare solo il quadro orario». E poi i dubbi degli istituti professionali: «Diminuiscono le materie che più caratterizzavano i nostri corsi - fa presente la vice preside del Pertini, Lucia Usai - una delle peculiarità della scuola era dare una professione in uscita, ogni studente aveva il suo bel diploma di Stato e la qualifica regionale: a oggi non sappiamo di che morte moriranno gli istituti professionali». (c.ra.)

17/03/2010