Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Con la musica vi racconto una sventura

Fonte: L'Unione Sarda
16 marzo 2010

Teatro Lirico. Successo a Cagliari per l'opera di Vittorio Testa con la voce di Omero Antonutti



La voce narrante racconta di un signore in calzini corti. È Sedicesimo di Centuria...con un lieve disagio , psicodramma che si svolge tra le otto meno due minuti e le nove. La musica di Vittorio Testa segue l'evolversi di una sventura, più intuita che raccontata, con il linguaggio tipico della musica narrativa per dramma radiofonico o film. Con le percussioni e gli ottoni usati in forma espressiva, per creare suspence e un incalzare ritmico costante.
Ancora una volta il Teatro Lirico cagliaritano commissiona un brano inedito presentato in prima esecuzione assoluta nel concerto di venerdì sera nel teatro di via Sant'Alenixedda. Il pathos è affidato al grande volume di suono e soprattutto ai colori strumentali delle percussioni, dalle campane ai legnetti. Un vortice di suoni che accompagna il finale con la voce recitante profonda di Omero Antonutti che sul testo tratto da Centuria di Giorgio Manganelli, racconta quella che è stata definita “l'antiteologia”, la sua denuncia dell'enigmaticità della vita e del non senso del mondo. È musica che resta all'interno dei canali espressivi della musica tonale e che ha imparato bene dalla scuola italiana delle colonne sonore per film e da Rota prima di tutti. Musica che evidentemente non cerca strade innovative, ma spazia nella tavolozza di effetti timbrici messi a disposizione dalla tradizione.
Un po' come a suo tempo fece anche Sergej Rachmaninov con il suo Concerto n. 1 in fa diesis minore per pianoforte ed orchestra op. 1. E che il giovane solista russo Nikolai Lugansky riprende assecondandone gli ampi respiri lirici, le ridondanze e i grandi slanci virtuosistici, alla ricerca dell'effetto appassionato e romantico, anche a costo di qualche leziosità.
Essenziale negli atteggiamenti, impeccabile nella tecnica, Lugansky non si concede la teatralità del gesto. Attento ad esprimere appieno la visione dell'autore, ne fa vivere i diversi aspetti di passionalità esasperata, malinconia, a suo agio tra le difficoltà tecniche al limite delle umane possibilità. Bravo quindi il pianista che riesce a ridisegnare lo spirito stesso ricercato dal compositore-pianista russo. Assecondato nella sua chiave di lettura dall'enfasi che la direzione di Alexander Vedernikov chiede e ottiene dall'orchestra di Cagliari.
Vedernikov, che da anni ricopre il ruolo di direttore musicale del Bolshoi, conosce nel profondo tutte le istanze presenti nell'opera di Rachmaninov così come in quella di Dmitrij Šostakovich. E nella Sinfonia n. 6 in si minore op. 54 di Šostakovich sviscera ogni elemento con un fine lavoro di cesello. La sua lettura è quindi un monumento di profondità.
Con l'orchestra di Cagliari impegnata in uno sforzo interpretativo che restituisce tutta l'imponenza di una sinfonia che offre ampi spazi solistici alle prime parti, in una prova di grande sensibilità, Vedernikov dirige a memoria, trascina all'applauso e, da profondo conoscitore della musica di Šostakovich, guida con passione, coinvolge con precisione d'attacchi ed energia.
GRECA PIRAS

16/03/2010