Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Otto milioni per un contenzioso sull’esproprio delle aree per i palazzoni di Sant’Elia

Fonte: La Nuova Sardegna
16 marzo 2010

MARTEDÌ, 16 MARZO 2010

Pagina 2 - Cagliari



Oggi in consiglio comunale una delibera che salda il debito che risale a una lite di oltre trentacinque anni fa



Il Pd: «Incredibile che la Giunta non trovi una mediazione»

CAGLIARI. Oggi tornano in consiglio comunale gli otto milioni che il Comune deve pagare al demanio per un vecchio contenzioso legato ai terreni su cui sono stati costruiti i palazzoni di Sant’Elia. La storia risale agli anni Settanta del secolo scorso, ma la vicenda si è protratta per trentacinque anni. A volte gli errori del passato ritornano sotto forma di conti molto salati. «Ma in un periodo di trasferimento del demanio pubblico alla Regione, è assurdo che si sborsino otto milioni di euro per fatti risalenti agli anni Ottanta del secolo scorso», hanno sottolineato in un documento i consiglieri del Pd Ninni Depau, Lorenzo Cozzolino e Gianmario Selis.
Il fatto riguarda un contenzioso aperto, a suo tempo, dal Comune col demanio per l’utilizzo di una serie di aree, su cui sono state poi realizzate numerose residenze di edilizia pubblica (i palazzoni). Nell’assestamento di bilancio approvato dalla Giunta il 19 novembre scorso c’è un debito fuori bilancio di 4 milioni e 648mila euro per l’acquisizione delle aree del piano di zona Sant’Elia, San Bartolomeo e Su Siccu di proprietà dei Monopoli di Stato. Il riconoscimento del debito, però, è di 8 milioni a 100mila euro in quanto gli altri 3 milioni e mezzo hanno trovato copertura in residui passivi a bilancio. Senza entrare nel merito degli aspetti giuridici del problema, ha affermato più volte Depau, «è veramente incredibile che il comune di Cagliari, invece di promuovere, in collaborazione con la Regione, una forte iniziativa politica nei confronti del Governo perché gli vengano trasferiti i beni demaniali, ha accettato una transazione tecnica che prevede l’esborso di una somma rilevante per l’acquisizione» delle aree. Da qui la richiesta al sindaco Emilio Floris di attivarsi «a livello regionale e nazionale perché queste aree vengano trasferite al Comune senza esborso».