Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Tutti al bando i signorotti del vento»

Fonte: L'Unione Sarda
8 marzo 2010

 
Il deputato Pili (Pdl): sì all'energia alternativa, no agli affaristi

L'ex presidente della Regione Pili dice perché si dichiara contrario all'impianto per l'energia eolica sul mare di Cagliari.
L'ex presidente della Regione ha posizionato il suo mirino politico su un altro obiettivo, dopo aver sparato vere e proprie cannonate sull'Eni. Il parco eolico sul mare degl Golfo degli Angeli non s'ha da fare, per il deputato del Pdl Mauro Pili. Le accuse ai «signorotti del vento» sono pesanti, precise, e viaggiano dal web (Facebook in prima fila) alle adunate sul territorio, da un capo all'altro dell'Isola.
Perche bisogna dire no all'eolico sul mare?
«Questo eolico d'assalto devasta l'ambiente e il paesaggio, è un attacco frontale alla Sardegna e alla sua autonomia. L'eolico dei signorotti venuti dal mare più che un'energia alternativa, è un incentivo all'inquinamento, incentivi che pagano i cittadini, compresi quelli sardi. Tutti i mesi nelle proprie bollette. Per essere chiari: i furbetti del vento sistemano in mezzo alle montagne, sul mare e sulla costa le proprie elefantiache pale, il più delle volte devastano il territorio guadagnando incentivi a mani basse sulle spalle dei cittadini che sono costretti, con i loro soldi, a sopportare l'onere degli affari di questi signori».
Le multinazionali dell'energia eolica sono le stesse che stanno dietro alle vetuste centrali?
«L'eolico significa soprattutto certificati verdi, quelli per intenderci che le grandi multinazionali comprano sul mercato per compensare l'inquinamento di centrali vecchie e tecnologicamente inadeguate che continueranno ad inquinare ma avranno il salvacondotto dei certificati verdi. Guadagnano in due, i signorotti del vento e le grandi compagnie dell'energia, ma solo uno paga, il cittadino, con le bollette, l'inquinamento che subisce e il patrimonio ambientale paesaggistico devastato».
Questa è musica suonata dal centrosinistra.
«La differenza è sostanziale: quando la mia giunta nel 2002 approvava il primo piano in Italia per tutelare l'ambiente e il paesaggio dall'eolico in linea con i principi europei, Soru giocava ancora in Borsa, mentre i verdi e qualche affarista lungimirante spingevano a tutti i livelli, senza limiti, l'affare dell'eolico a tutto campo. Non ho certo fatto io l'accordo con l'Enel per l'eolico, consentendo alla società di Stato di continuare a guadagnare sulle spalle della Sardegna e delle industrie energivore, strozzate dalle società elettriche per l'energia venduta al triplo del costo medio europeo».
Pili, lei è contro le energie alternative?
«Al contrario, sono contro il bluff delle energie alternative che perseguono solo affari. Nel 2002 ci battemmo per realizzare in Sardegna il primo impianto termodinamico solare, trasformando l'acqua attraverso il sole in idrogeno. E per guidare quell'operazione non scelsi un amichetto del quartierino ma il Nobel Carlo Rubbia, che guarda caso fu cacciato da Soru e concretizzò quel progetto in Spagna, tracciando il futuro energetico seguito sia dalla Francia di Sarkozy che dagli Stati Uniti di Obama. Eravamo apripista e siamo diventati inseguitori».
Chi c'è dietro queste società eoliche?
«Dietro l'eolico si nascondono interessi di ogni genere, da quelli singoli ai grandi gruppi. Dalla scelta delle aree alle imprese che realizzano, i milioni scorrono facili, gestiti privatamente da chi, però, beneficia, di denari pubblici. E molto spesso questi rivoli finanziari approdano in società nascoste nei paradisi fiscali e con capitali di dubbia provenienza. Non è un caso che la stessa commissione antimafia abbia deciso di aprire un fascicolo, così come le indagini della magistratura hanno scoperchiato un sistema pericoloso di soldi che ruota sull'eolico. In Francia sono i prefetti che scelgono le aree per fare l'eolico a terra e si fa un bando pubblico per la gestione. In Italia chi prima arriva mette un impianto eolico dove vuole e come vuole».
Il ministro Matteoli si dice contrario, la Regione dice no e lei chiama in causa la Corte Costituzionale. Siamo davanti al primo incidente fra Giunta e Governo di centrodestra?
«Parlo di Stato e non di Governo. Non è una questione di appartenenza politica, qui sono in discussione i principi fondanti della nostra autonomia regionale. Quando si governa, bisogna metter da parte la logica dell'appartenenza per far prevalere con coraggio politico e istituzionale le ragioni della propria terra. Lo Stato ha unilateralmente avviato le procedure per l'autorizzazione all'impianto eolico nel golfo di Cagliari. Bisogna far revocare quella procedura in sede costituzionale. Se la procedura va avanti si rischia che nessuno possa più dire niente di vincolante e decisivo».
ENRICO PILIA

07/03/2010