Eventi

“Tracce afghane” al Bastione di Saint Remy

Autore: Paola Perria,
13 marzo 2009, 13:24
Presentata la mostra fotografica del free lance salentino Gabriele Torsello. Ingresso libero.

30 scatti, 30 istantanee di grande potenza che aprono piccole finestre su un panorama in cui il dramma (della guerra, della miseria, della malattia, della devastazione) si intreccia con la normalità, o con il desiderio di questa. Si intitola “Staramascè”, che è la tipica espressione di saluto afghano, la mostra che, a partire dal 13 Marzo, con inaugurazione alle ore 19, sarà aperta al pubblico alla Galleria Umberto I del Bastione di Saint Remy, e che Gabriele Torsello ha dedicato proprio al Paese asiatico.

Dell’Afghanistan conosce ogni regione, da quelle più note per essere costantemente alla ribalta televisiva, almeno dal 2001 ad oggi, a quelle più impervie e remote. Gabriele Torsello, classe 1970, fotoreporter professionista di origine pugliese, ha girato in lungo e in largo per quel martoriato angolo di mondo, grazie alla sua attività di fotografo freelance, entrando in contatto con l’anima più vera del popolo afghano.

Sequestrato nel 2006 e rilasciato, incolume, dopo 23 giorni di prigionia, Torsello non frequenta più l’Afghanistan come aveva fatto in precedenza, preferendo dedicarsi, dall’esterno, alla promozione di progetti che aiutino, concretamente, la popolazione locale. “Staramascé – ha spiegato lo stesso fotoreporter durante la presentazione della mostra alla stampa – è solo la prima fase di un progetto più ampio, intitolato “Lavoro Temporaneo per gli Afgani”, da me promosso in prima persona, che ha l’ambizione di stimolare un maggior approfondimento, negli occidentali, di quella che è la vera realtà dell’Afghanistan, Paese in gran parte sconosciuto”. La seconda fase di questo progetto avrà titolo “Kash & Shabana” e culminerà in un incontro reale tra cittadini afghani e italiani, a Roma, nel nome di Shabana, una bambina sfigurata da un tumore al volto, curata in Italia grazie al diretto intervento di Torsello. Infine, ultima sequenza dell’iniziativa, “Afghanistan, la Camera Oscura”, ovvero il titolo del libro foto-giornalistico che conterrà un racconto dei 23 giorni di prigionia di Torsello nelle mani dei Talebani. “Non si può aiutare un popolo se non lo si conosce, se non si entra in contatto con le vere necessità della gente. – ha proseguito il giornalista – L’errore dell’Occidente è quello di interpretare una realtà completamente diversa con il proprio metro di giudizio. Ciò provoca errori e fraintendimenti che si ripercuotono sulla popolazione inerme. Bisogna, invece, creare un ponte, un dialogo vero e costruttivo”.

L’iniziativa della mostra “Staramascè” a Cagliari è a cura delle Associazioni culturali ONLUS Omega e Màgusu, nell’ambito del progetto “Reporter: un Hobby e una professione pericolosa”, con il sostengo anche del Comune di Cagliari.

Ingresso libero.

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