Mercoledì 17 Dicembre 2008 a Cagliari, presso l’Auditorium di Piazzetta Dettori, appuntamento con La ballata di Mariangela Ecca drammaturgia e regia di Gianluca Medas.
Costo del biglietto Guasila-5 euro
Costo del biglietto Cagliari- 8 euro
L’orario d’inizio degli spettacoli è previsto per le ore 21.00
La ballata di Mariangela Ecca
Tratto da Il disertore di Giuseppe Dessi’
drammaturgia Gianluca Medas
con
Mario Medas, Emma Medas, Andrea Lecca, Carlo Antonio Angioni, Raffaele Corti, Carlo Porru
costumi Teresa Podda
progetto luci di Carlo Porru
musiche dal vivo Francesco Saiu (Chitarra), Fabrizio Saiu (Percussioni)
regia
Gianluca Medas
Realizzato attraverso la ‘ poetica della povertà ’ (pochi elementi scenici, minimi elementi cromatici, una recitazione essenziale, un forte simbolismo) lo spettacolo La ballata di Mariangela Ecca si avvale di una costruzione scenica che tiene conto di intensi fattori estetici e musicali. Musica, movimento e colori hanno una robusta influenza nella struttura della La ballata di Mariangela Ecca. L’impostazione dello spettacolo infatti è stata creata immaginando un “ novino” ( un ensable composto di nove strumenti musicali). All’interno di un quadro formato da geometrie in continuo movimento. Attori e musicisti infatti si muovono all’interno della storia come strumenti docili piegati alle vicende. E Le parole del testo sono la tela sulla quale si inseriscono i colori musicali creati da Fabrizio e Francesco Saiu, che dal vivo aiutano lo spettacolo ad avere un anima. Le luci costruite da Carlo Porru sono state progettate per assecondare l’essenzialità e la povertà. Nello spettacolo spiccano le figure di Don Pietro Coi, di Saverio, ma soprattutto quella di Mariangela, che del silenzio è la padrona di casa. Attorno a queste figure gli attori strumentisti disegnano un mondo fatto di ipocrisie e di lotte sociali, che non cambiano le cose, anzi le peggiorano. Mariangela Don Pietro non si fanno inglobare, chiusi nel loro mondo, guardano alla vita con distacco. Particolarità dello spettacolo è che i personaggi popolari ( Saverio, Mariangela e don Coi, quando si rivolge ai due) parlano il campidanese. È una scelta necessaria, il teatro infatti racconta verità in modo differente dalla letteratura, a nostro avviso questi personaggi non avrebbero potuto essere reali se non riconsegnando loro la loro vera lingua.
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