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Apre i battenti a Cagliari il Centro Studi Bentzon

6 ottobre 2011, 17:31
In mostra al Lazzaretto fino all'8 gennaio documenti e testimonianze dell'antropologo danese che studiò le launeddas e le tradizioni della Sardegna tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta.

Documenti Allegati

ASSOCIAZIONE CULTURALE ISCANDULA

Centro Studi Bentzon
Cagliari, Centro Comunale d’Arte e Cultura “Il Lazzaretto”
8 ottobre 2011 > 8 gennaio 2012

Sabato alle 17 conferenza d'apertura al Palazzo Regio (piazza Palazzo).
Alle 19:30 l'inaugurazione del Centro al Lazzaretto
e in serata (ore 21:30) un concerto di musica tradizionale sarda.

La vita e l'opera di Andreas Fridolin Weis Bentzon, l’antropologo danese che tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta sbarcò a più riprese in Sardegna per studiare sul campo la musica tradizionale dell'isola, rivivono a Cagliari in un corposo evento espositivo che si inaugura sabato (8 ottobre) al Lazzaretto, il Centro comunale d’arte e cultura in via dei Navigatori, a Sant'Elia, dove resterà aperto fino all'8 gennaio.

In uno spazio di oltre cinquecento metri quadri saranno in mostra le preziose testimonianze raccolte dallo studioso prematuramente scomparso (appena trentacinquenne) nel 1971: registrazioni, fotografie, scritti, documenti audio e video che da tempo rappresentano una fonte indispensabile per la conoscenza dell'etnofonia isolana e in particolare del suo strumento simbolo, le launeddas. Testimonianze ritornate alla luce e all'attenzione del pubblico e degli studiosi grazie anche all'ultraventennale attività di ricerca e divulgazione portata avanti da Iscandula, l’associazione culturale cagliaritana guidata con passione da Dante Olianas: sue, tra le varie iniziative, la pubblicazione in italiano (nel 2002) del libro "Launeddas", summa delle ricerche di Bentzon, e la produzione del film "Is Launeddas, la musica dei sardi", realizzato dal regista Fiorenzo Serra con i materiali sonori e i filmati registrati dall’antropologo danese nel 1962 e ritrovati vent’anni dopo da Olianas a Copenaghen.

Il Centro Studi Bentzon – questo il titolo dell'evento allestito al Lazzaretto – aggiunge un nuovo tassello all'attività di Iscandula e offre un'occasione per apprezzare nel suo complesso l'opera dello studioso insieme agli elementi della cultura sarda che più l'hanno interessato. L'esposizione si articola in varie sezioni: la prima ricostruisce con pannelli didascalici e inserimenti fotografici il profilo umano e l'attività di Bentzon; "Nimbus" propone invece una mostra fotografica, curata da Uliano Lucas, con le immagini che il danese scattò durante le sue spedizioni in Sardegna fra il 1955 e il 1962. Ampio spazio per le launeddas, naturalmente: in mostra 87 esemplari dello strumento con le relative schede e un supporto audio-video realizzato con le esecuzioni fatte dagli stessi costruttori e disponibile in un totem multimediale; di particolare valore una serie preziosissima di collezioni private di strumenti e attrezzature usate dai suonatori che sono stati informatori del Bentzon: Beniamino Palmas, Antonio Lara, Pasquale Erriu e Aurelio Porcu.

La proiezione in loop del film "Is Launeddas, la musica dei sardi" e degli altri documentari realizzati da Iscandula, contribuirà ad arricchire di suggestioni visive il viaggio nella Sardegna di mezzo secolo fa. Ma il fiore all’occhiello di tutto l'evento sarà l’apertura al pubblico dell’archivio Bentzon che si caratterizza come un corpus di registrazioni scientifiche tra i più prestigiosi in Europa. In una postazione multimediale sarà finalmente possibile ascoltare tutte le registrazioni che l'antropologo danese ha realizzato in Sardegna a partire dal 1957 e fino al 1969. Registrazioni concernenti il mondo della musica sarda, ma anche il mondo delle favole raccontate direttamente dalle voci delle donne e degli uomini anziani di Nule già dal 1965.

Organizzato dall'associazione culturale Iscandula in collaborazione con la Biblioteca Reale di Copenaghen, il Museo di Danimarca, la Regione Sardegna, la Provincia di Cagliari e l’Assessorato alla Cultura di Cagliari, e il Centro comunale d’arte il Lazzaretto, il Centro Studi Bentzon apre dunque i battenti questo sabato (8 ottobre) con una serata densa di appuntamenti.

Si comincia alle 17 con una conferenza inaugurale nella Sala Consiliare del Palazzo Regio (in piazza Palazzo). All'incontro con il pubblico e la stampa è prevista la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni che sostengono l'iniziativa: la Regione Autonoma della Sardegna con il presidente Ugo Cappellacci e l'assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport Sergio Milia; la Provincia di Cagliari, con il presidente Graziano Milia e l'assessore alla Cultura Francesco Siciliano; il Comune di Cagliari con il sindaco Massimo Zedda e l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni. Tra gli ospiti in scaletta, il vice console di Danimarca Riccardo Fois, Lene Halskov degli Archivi Danesi del Folklore, Rune Weis Næraa, nipote di Andreas Bentzon, e Jørgen Sonne, poeta e collaboratore dell'antropologo nelle sue ricerche sulla poesia sarda. Previsti anche gli interventi di alcuni dei donatori che hanno offerto o prestato materiali e documenti per la mostra; fra questi, Tilde Cabras, nipote di Beniamino Palmas, noto suonatore di Pirri, che ha ceduto in comodato l'intera collezione di strumenti personali del nonno; Mario Lara, nipote del Maestro Antonio Lara, che a nome della famiglia ha donato al Centro Studi Bentzon effetti personali del nonno; Nino Mura, allievo di Aurelio Porcu, che ha ceduto in comodato una incredibile collezione di strumenti personali del suo Maestro, lo stracasciu e gli attrezzi per la costruzione; Primo Pantoli, che ha dato in comodato una scultura realizzata dal Bentzon nel famoso “Studio 58” di Cagliari dove negli anni Cinquanta si riunivano molti degli artisti del capoluogo.

Spetterà naturalmente a Dante Olianas il compito di presentare (in lingua sarda) l'iniziativa e fare gli onori di casa, mentre Lone Elisabeth Olesen tradurrà dal danese al sardo e dal sardo al danese.

Al termine della conferenza, intorno alle 19:30, il trasferimento al Lazzaretto di Sant'Elia per l'apertura ufficiale della mostra. Poi, alle 21:30, spazio alla musica dal vivo nel cortile dello stesso centro culturale con un concerto all'insegna della tradizione isolana, ovviamente: protagonisti Orlando Mascia (launeddas, organetto, chitarra), Franco Melis (launeddas), Bruno Camedda (fisarmonica e organetto) e Eliseo Mascia (percussioni, launeddas, sulitus etc.) per rinverdire, quasi tre lustri dopo, i fasti di "Bell’arrosa, sa primu discoteca de ballu sardu in su mundu".

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Info:
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tel. 070 82 26 10
cell. 348 22 56 594
e-mail: siscandula@tiscali.it
www.launeddas.it