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Irène Némirovsky

Autore: Maura Madeddu,
17 settembre 2008, 10:58
Romanzi densi di tanti scorci di vita descritti con abile introspezione e sinteticità allo stesso tempo, che abituano il lettore ad una visione sottile e disillusa sul reale. Nella biblioteca comunale di via Newton.

Nata a Kiev nel 1903 e morta ad Auschwitz nel 1942, Irène Némirovsky rappresenta sicuramente uno dei casi di riscoperta letteraria più eclatanti degli ultimi anni. Infatti, dalla pubblicazione di Suite Francese nel 2004 in Francia, per cui è stato assegnato postumo all’autrice il Prix Renaudot, è stato sempre un susseguirsi di ripubblicazioni delle sue opere, edite in Italia da Adelphi.

L’importanza attribuita alla scrittrice, oltre che alla sua particolare stoffa narrativa, è dovuta al fatto che nei suoi romanzi Irène Némirovsky ripercorre le vicissitudini del suo popolo in un modo totalmente nuovo e diverso rispetto a quello dei molti altri scrittori che si sono concentrati sulla persecuzione nazista agli ebrei.

Infatti, la Némirovsky non scrive a proposito della folle ideologia antisemita, dello sterminio, delle atrocità di cui tutto il mondo è a conoscenza, bensì si sofferma a farci conoscere l’essenza del popolo, attraverso il modo di vivere, i sentimenti, le sensazioni di smarrimento e il dolore prima e durante la fuga, la paura dell’incertezza del domani.

I suoi romanzi sono densi di tanti scorci di vita descritti con abile introspezione e sinteticità allo stesso tempo, che abituano il lettore ad una visione sottile e disillusa sul reale, e regalano trame di squisita sapienza letteraria, dove il colpo di scena è sempre assicurato.

LA MOGLIE DI DON GIOVANNI
Lungo racconto dispiegato in una lettera a puntate che, scritta dall’anziana governante alla figlia dei suoi vecchi datori di lavoro, mira a svelare un importante intrigo di famiglia. La Némirovsky scrive con una fredda lucidità, svelando solo all’ultimo il mistero che si dispiega lentamente in tutta la lettera, lasciando al lettore il compito di immaginare cosa accadrà alla giovane che riceverà la notizia. “Una moglie devota e irreprensibile, ammirata e rispettata – e il suo atroce segreto”. Pubblicato per la prima volta su Candide, settimanale fondato nel 1924 da Joseph Arthème Fayard –e successivamente raccolto nella raccolta Dimanche et autres nouvelles, dimostra la capacità dell’autrice di creare un’atmosfera o di evocare un personaggio con poche parole, e lo studio attento e appassionato della letteratura francese.


JEZABEL
Un capolavoro. Con la consueta lucidità accompagnata da quel po’ di cinismo e dallo sguardo disilluso e attento alle sfumature del vivere cui ha abituato i suoi lettori, la Némirovsky ci trascina in un romanzo assolutamente coinvolgente. Quale oscuro segreto nasconde l’algida Gladys Eysenach, protagonista, che la porta ad aspettare in silenzio e senza alcun tentativo di discolpa la condanna per l’omicidio del suo giovane amante? La protagonista, eterea, superbamente perfetta, impalpabile come uno spettro, è come lo Jezabel dell’Athalie di Racine. Con la capacità di pochi altri scrittori la Némirovsky scava nell’animo femminile, di una donna ricca, bellissima e adorata da tutti, assuefatta all’amore, riuscendo a suscitare nel lettore stesso un magnetico coinvolgimento per il personaggio. Lascia comprendere pur senza pretesa di spiegazione, solo verso la fine, con un inimmaginabile colpo di scena che lascia senza fiato, il movente dell’omicidio, disegnando un caso estremo della sublime complessità della psiche femminile. Apparso per la prima volta nel 1936, riportato alla luce da Adelphi nel 2007, oggi come allora Jezabel è senz’altro uno dei migliori lavori dell’autrice russa.

COME LE MOSCHE D’AUTUNNO
Apparso per la prima volta in Francia nel 1931 e riedito da Adelphi nel 2007, Le mouches d’automne è un racconto lungo in cui la Némirovsky ancora una volta ci offre uno sguardo veloce e attento sul nomadismo ebreo. In questo caso la famiglia protagonista è quella dei Karin, in esodo dalla Russia alla Francia durante la rivoluzione bolscevica. La figura principale del racconto è quella della njanja, la nutrice Tat’jana Ivanovna, la custode della memoria della famiglia, disposta a tutto per proteggerla pur non riuscendo, a differenza di essi, ad adattarsi allo spirito borghese della nuova realtà parigina. Rimanendo legata alle sue origini in una profonda nostalgia, la nutrice osserva i suoi cari, che nel disperato tentativo di ricostruirsi una vita piacevole in una nuova terra, in realtà altro non sono che esseri alla disperata ricerca di una serenità irraggiungibile. Questi, pur consapevoli della decadenza cui sono arrivati, continuano faticosamente a nascondersela, costringendosi in un’ultima danza, come quella che fanno le mosche in autunno quando, dopo la luce dell’estate, vedono ormai prossima solo l’oscurità della fine.

I CANI E I LUPI
Le chiens et le loups è un romanzo coinvolgente ed affascinante. La figura della protagonista, Ada Sinner, è ancora una volta un ritratto di donna superbo e particolare, regalatoci da un’autrice dotata di una straordinaria capacità di introspezione nell’animo femminile. Ada è una figura sottile, ingenua e remissiva ma tenace e selvaggia al tempo stesso, che in sé incarna tutte le caratteristiche del popolo ebreo. La forte personalità, espressa in silenzio e con la pittura, attira magneticamente a sé il ricco cugino Harry Sinner, che vagamente ricorda una bambina, denutrita e sporca, arrivata a casa sua, nella parte alta di Kiev, a cercare conforto e protezione dalla caccia dei cosacchi nell’area povera della città. Come il cane che sente nel profondo di sé il richiamo alla natura più selvaggia del lupo, suo simile, anche Harry non potrà negarsi per sempre il filo, sottile e indistruttibile, con cui inspiegabilmente si sente legato alla lontana cugina, e che gli regalerà, prima della decadenza, la certezza di aver amato e di essersi ricongiunto con le sue radici.

Opere nella Biblioteca Comunale di via Newton a Cagliari.
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Irène Némirovsky, Suite francese, ed. Adelphi, 2004
Irène Némirovsky, La moglie di don Giovanni, ed. Adelphi
Irène Némirovsky, Jezabel, ed. Adelphi, 2007
Irène Némirovsky, Come le mosche d’autunno, ed. Adelphi, 2007
Irène Némirovsky, I cani e i lupi, ed. Adelphi, 2008