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SIEFF 2010. Nuoro caput mundi del cinema etnografico

17 settembre 2010, 11:49
Nuoro capitale dell'etnografia. Dal 20 al 25 settembre l'Istituto Superiore Regionale Etnografico nella rassegna SIEFF (Sardinia International Ethnographic Film Festival) ospita il meglio della produzione mondiale del cinema etnografico.

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Nuoro caput mundi del cinema etnografico.
Per una settimana il capoluogo barbaricino e la Sardegna saranno al centro dell’attenzione degli studiosi dell’antropologia visuale, disciplina giovane e affascinante.

Torna, infatti, in città da lunedì 20 a sabato 25 di settembre il Sardinia International Ethnographic Film Festival (SIEFF 2010), manifestazione che continua ad avere numeri decisamente interessanti, capaci di dare la giusta ribalta nazionale al territorio e all’attività di studio e programmazione di eccellenza dell’Isre.

L’evento, sempre caratterizzato dall’altissima qualità e professionalità di cineasti e studiosi, organizzato dall'Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, è, infatti, uno dei più importanti focus a livello mondiale sul cinema Etnografico capace di far convergere in città i nomi più importanti del settore per un appuntamento, che anche in questa quindicesima edizione, sarà caratterizzata dal confronto e dallo scambio tra culture diverse che attraverso la forza delle immagini e dei dialoghi raccontano storie significative e originali davvero da ogni latitudine.

Sono complessivamente 49 i film in concorso sui 324 pervenuti all’attenzione del comitato di selezione (formato da David MacDougall, regista-etnografo e docente universitario a Canberra, Marc Henri Piault, antropologo e presidente del Comité du Film Ethnographique di Parigi e Paolo Piquereddu, direttore generale dell’ISRE).

In pratica quest’anno sono 11 le pellicole in più rispetto alla passata edizione (erano 38 nel 2008).

5 invece le produzioni fuori concorso che verranno presentate durante le giornate della rassegna per un totale di 50 ore di proiezione nell’auditorium dell’ISRE di via Mereu.

Sono invece 25 complessivamente i Paesi presenti (Austria, Belgio, Brasile, Burkina Faso, Cina, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, India, Inghilterra, Irlanda, Israele, Italia, Lituania, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Senegal, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ungheria) in rappresentanza di vari continenti.

Ieri nella sede dell’ISRE di via Papandrea il Presidente dell’Istituto superiore etnografico Salvatore Liori, il direttore Paolo Piquereddu, il consigliere di amministrazione, Giampaolo Mele e il professor David MacDougall, hanno presentato nel corso di una conferenza stampa i contenuti più importanti della manifestazione.

<Il festival rappresenta uno dei momenti più significativi e di assoluto prestigio dell’attività dell’ISRE>, ha detto il Presidente Salvatore Liori, <l’Istituto si colloca ad un livello di eccellenza in un settore specialistico della cultura antropologica visuale mondiale con la partecipazione di studiosi di altissimo livello scientifico provenienti dalle accademie più importanti del pianeta. Siamo onorati che tutto questo venga prodotto in questa città, in questo territorio e in quest’isola. Tutto questo viene realizzato da un ente pubblico regionale che oggi può essere considerato unanimemente un vero ente di eccellenza>.

Per il direttore dell’ ISRE Paolo Piquereddu, la manifestazione continua ad essere attesa dai cineasti e ricercatori, anche perché, edizione dopo edizione, si conferma una fucina importante di talenti e Nuoro diventa un luogo dove incontrarsi e favorire un prezioso scambio di idee e contenuti. <Anche in questa edizione sono stati selezionati dei lavori molti interessanti provenienti dai vari angoli del mondo>, ha detto Paolo Piquereddu, <abbiamo numeri importanti e in crescita rispetto al passato che testimoniano bene lo stato di salute dell’evento e quanto lo stesso sia atteso da un audience internazionale. SIEFF in ogni edizione offre spunti di riflessione e di approfondimento che l’occhio della cinepresa antropologica cattura con regolarità e originalità>.

Molto interessante anche lo sguardo sul festival del professor David MacDougall cineasta-etnografo di fama internazionale, che ormai all’ISRE e in Sardegna, dove 18 anni fa, nel 1992, ha realizzato Tempus de Baristas (una produzione dell’ISRE di grande successo anche perché rappresenta un vero spartiacque dell’etnocinematografia in Sardegna), è di casa.

<In questi anni il festival è diventato un evento chiave per i film documentari, così come il catalogo della rassegna è atteso come un bene prezioso da tutti gli studiosi e specialisti del settore qualità contenuti e design>, ha commentato il docente australiano, <SIEFF inoltre, sia per le innovazioni tematiche e metodologiche rappresenta forse davvero l’unico luogo al mondo capace di creare intorno alla disciplina un dibattito e un confronto singolare. Uno stimolo a crescere e migliorarsi che coinvolge tutti>.

Tra le proiezioni fuori concorso si segnalano i film vincitori del concorso AVISA (antropologia visuale in Sardegna) riservato ai giovani cineasti e antropologi sardi.

Sempre fuori concorso nel pomeriggio di sabato 25 settembre si potrà assistere alla proiezione di Tajabone (prima assoluta in Sardegna), l’ultimo film realizzato dal regista Salvatore Mereu, reduce dal festival di Venezia dove ha riscosso vasti consensi di pubblico e critica.

Un omaggio particolare verrà riservato all’interno del programma del festival all’etnomusicologo Diego Carpitella a 20 anni dalla sua scomparsa. Sull’opera dello studioso verrà presentato il progetto dell’ISRE “Tra cantigos e launeddas: il restauro dell’opera filmica, riflessioni e proiezioni.”



SIEFF, che si tiene ogni due anni, è stato dedicato di volta in volta a un tema specifico: "Il pastore e la sua immagine" (1982); "Il mondo alla rovescia, ovvero la trasgressione controllata" (1984); "Le nozze. Rituali di matrimonio nelle società tradizionali" (1986); "Donne e lavoro nelle società tradizionali" (1988); "Isole" (1990); "Montagne" (1992); "L'Uomo e il Fiume" (1994); "Magia e Medicina nelle società tradizionali" (1996); "Musica e Riti" (1998); "Bambini" (2000); "Cibo" (2002); "Turismo/Turismi" (2004). Dall'edizione del 2006 la rassegna ha perso la sua tradizionale caratterizzazione monotematica incentrando il suo programma sulla selezione di documentari di recente realizzazione caratterizzati per la prospettiva etnoantropologica, con speciale attenzione verso quelle opere incentrate su temi riconducibili alla rappresentazione della contemporaneità.

Le opere selezionate per il programma ufficiale concorreranno all’assegnazione dei seguenti premi: (A. Premio "Grazia Deledda" per il miglior film; B. Premio per il miglior film prodotto e ambientato in paesi del Mediterraneo; C. Premio per il miglior film di autore sardo; D. Premio per il film più innovativo).

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