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"La Mascula" di Egidia Bruno e Enzo Jannacci all'Alfieri

11 febbraio 2010, 13:42
Teatro al Femminile venerdì 12 e sabato 13 febbraio 2010 ore 21 al Teatro Alfieri di Cagliari.

COMPAGNIA B e Teatro Stabile della Sardegna per la rassegna SUPERQUATTRO Teatro al femminile presentano LA MASCULA di Egidia Bruno e Enzo Jannacci con Egidia Bruno regia di Enzo Jannacci.

Venerdì 12 e sabato 13 febbraio 2010 ore 21
Teatro Alfieri via della Pineta- Cagliari

Ancora una prova per interprete solista, questa volta per raccontare di un pallone calciato da gambe femminili nel Meridione d'Italia. Il racconto di Egidia Bruno si è meritato il Premio Troisi 2002, la pubblicazione da Colonnese e l'entusiasmo di Enzo Jannacci.
Rosalba, detta "la mascula", ha una passione: quella per il calcio prima che per lo struscio, della fatica in campo prima che del cucito. Rosalba è una ragazza inconsapevole della propria purezza, della propria libertà, di una libertà che per il solo fatto di esistere pare minacciare gli altri e la loro "normalità". A meno che "la mascula" non diventi famosa, di modo che un paesino tra i monti possa sentirsi meno sperduto, grazie a un derby locale vinto proprio grazie alla Mascula. Inatteso omaggio al calcio al femminile condotto fra comicità e levità poetica, arricchito pure di tre canzoni composte apposta dal Maestro.

Un’attrice sola in scena. Una voce femminile per raccontare la storia di Rosalba detta "la mascula” a cui piace giocare a pallone. La storia di una passione, quella per il pallone, vissuta per quello che è e non per quello che gli altri vogliono che sia. La storia di un modo di essere, inconsapevole della sua purezza, e forse per questo ancora più libero. La storia di una libertà che non ha bisogno di provocare. Esiste, c’è. E questo basta a minacciare gli altri e la loro normalità. A meno che l’“anomalia della mascula” non torni utile alla rivalsa degli altri. A meno che "la mascula" non diventi famosa, di modo che un paesino tra i monti possa sentirsi meno sperduto. Dimenticando, tutti, che Rosalba né si sente anomala, né si interessa dei fatti degli altri. E se gli altri si sentono sperduti sono fatti loro. E solo lei potrà decidere quale sarà il suo di “fatto”.
Egidia Bruno

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