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Premio "Costantino Nigra" 2009 a "Il canto scaltro"

4 novembre 2009, 09:27
Il documentario di Michele Mossa e Michele Trentini è stato realizzato grazie a un finanziamento legato al concorso AViSa 2007 dell'ISRE.

"Il canto scaltro", il documentario di Michele Mossa e Michele Trentini sull'improvvisazione poetica campidanese, prodotto dall'Istituto Superiore Etnografico della Sardegna, ha ricevuto, per la sezione "antropologia visiva", il premio "Costantino Nigra" 2009, uno dei più importanti in Italia riguardante le discipline demo-etno-antropologiche.

Il premio, intitolato all'insigne statista e diplomatico, nonchè poeta, filologo e etnografo risorgimentale, si articola in otto sezioni ed ha cadenza biennale. Quest'anno è stato assegnato, tra gli altri, anche a Ermanno Olmi e Marc Augè.

La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 21 novembre a Castelnuovo Nigra (To).

Il documentario di Mossa e Trentini, è stato realizzato grazie a un finanziamento legato al concorso AViSa 2007, bandito dall'Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna per la promozione dell'Antropologia visuale.

Il canto scaltro
Regia e montaggio: Michele Mossa e Michele Trentini
Soggetto e suono in presa diretta: Michele Mossa
Fotografia: Michele Trentini
Produzione: Istituto Superiore Etnografico della Sardegna
Anno di produzione: 2009
Formato: HDV
Durata: 63’

Premio "Antropologia Visuale in Sardegna" 2007 per il soggetto
Premio "Costantino Nigra" 2009 per l'antropologia visuale

Sinossi:
Paesi intorno a Cagliari, estate.

Come ogni anno poco più di una decina di "cantadoris" professionisti sono pronti a onorare un fitto calendario di "gare poetiche", immancabili nell'ambito dei festeggiamenti dei vari santi patroni.

I "cantadoris" sono dei veri idoli per quanti hanno nel sardo il maggior riferimento linguistico e culturale. Essi danno prova della loro maestria attraverso estenuanti maratone di versi improvvisati, da un palco posto nella piazza principale del paese, in un clima di sfida e di notevole tensione emotiva.

Il film si articola intorno al "filo rosso" di una gara poetica: un "cantadori" inizia la gara esponendo un argomento criptato per via metaforica che solo lui conosce, che svelerà gradualmente e che espliciterà solo alla fine.

Come andrà letta la metafora del "sovrano"?

Il film, inoltre, racconta questa tradizione integrandola nel contesto sociale di cui è espressione, mostrato come un caleidoscopio in cui si alternano il tempo della festa e quello della quotidianità.


Michele Mossa (Cagliari, 1971). Etnomusicologo. Si è laureato al DAMS di Bologna con Roberto Leydi e Pietro Sassu. Insegna nelle Scuole di Etnomusicologia dei Conservatori di Cagliari e Sassari. Ha pubblicato il CD-book Ovidio Addis, I canti del Monteferru (Nota 2003). Ha vinto il premio Avisa (Antropologia Visuale in Sardegna) nel 2005 e nel 2007. Con Michele Trentini ha realizzato il film Furriadroxus (ISRE 2005) premiato varie volte.

Michele Trentini (Rovereto, 1974). Si è laureato in sociologia all’Università di Trento e di Dresda, con una tesi d’indirizzo antropologico sul comunitarismo ecologista tedesco. Ha frequentato diversi workshop e seminari di cinematografia documentaria (tra gli altri con Francesco Marano, Vittorio De Seta e Gianfranco Pannone). Dal 2002 svolge attività di ricerca e conservazione dei beni demoetnoantropologici immateriali impiegando i metodi dell’etnografia e dell’antropologia visuale, presso il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina. Con Giovanni Kezich cura la rassegna di cinema etnografico “Eurorama”, sezione del Trento Film Festival. È autore di diversi documentari tra i quali "Furriadroxus" (ISRE 2005) realizzato con Michele Mossa, premiato in diversi festival, “Tre carnevali e ½” (MUCGT 2007) (Premio Nigra – Antropologia visiva 2007), Cheyenne, trent’anni (Trotzdem 2008) (Premio "Le Alpi" al Valsusa Film Festival).

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