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Festival Alziator: le ultime due giornate in compagnia di grandi nomi

Autore: Marzia Erriu,
26 ottobre 2009, 13:09
Daria Bignardi, Milena Agus e Teresa De Sio hanno decretato il successo finale della 1^ edizione del Festival.

Una chiusura in grande stile per la prima edizione del Festival letterario dedicato a Francesco Alziator, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario della nascita. Il “Festival della città di Cagliari”, come lo ha voluto giustamente ribattezzare il suo direttore artistico Salvatore Niffoi, ha mosso i suoi primi passi con destrezza e scioltezza, pioniere in uno spazio ancora inesplorato che ha visto la città trasformarsi, per due week end di seguito, in un ritrovo di intellettuali e amanti della scrittura. “Un vero successo”, ha dichiarato Niffoi. E d’altronde come poteva non esserlo, vista la parata di grandi nomi che ha sfilato senza sosta al ridotto del Teatro Massimo, per discutere di letteratura e dell’antico piacere della lettura?

Insomma, una kermesse in balia di autori di grande spessore culturale, che nei suoi ultimi due giorni ha visto prevalere la voce e il punto di vista femminili con le interviste fatte all’esordiente autrice de “La Panzanella” Giulia Villoresi, all’ormai famosa scrittrice sarda Milena Agus, che ha presentato il suo ultimo romanzo “La contessa di Ricotta”, a Natalia Molebatsi, poetessa, scrittrice e giornalista free lance sudafricana, e ancora alla giornalista Daria Bignardi e alla scrittrice padovana Antonia Arslan. Spazio anche alla musica, con l’esibizione di domenica sera della famosa artista napoletana Teresa De Sio.

Ma un Festival dedicato a una figura poliedrica quale è stata Francesco Alziator, non poteva non fermarsi un momento per regalare al suo pubblico una retrospettiva sull’uomo, lo scrittore, e l’infaticabile ricercatore che egli fu, raccontandone la vita e l’opera attraverso le parole e il ricordo di chi, come la figlia Cristiana, lo ha conosciuto nei suoi momenti più intimi. Con lei, anche lo storico Gianfranco Murtas, il critico letterario Giovanni Mameli, la saggista Enrica Delitalia e il magistrato Raffaele Corona, hanno preso la parola nella tavola rotonda coordinata dal professor Ugo Carcassi, durante la quale si è data lettura di due sue poesie. Ed ecco venir fuori la storia dell’uomo che ha vissuto a Cagliari e per Cagliari, la città che nella sua percezione appariva “fissa nel tempo e mutabile nel momento”, indagata in ogni suo aspetto attraverso il suo girovagare per la città. L’uomo che non era affatto austero o snob, ma simpatico e socievole, libero e trasgressivo, che usava le parolacce perché viste come “parole di rottura”, utili a sdrammatizzare la realtà, e che amava leggere e raccontare da grande affabulatore qual’era. Un etnologo, uno scrittore, un abile traduttore, un giornalista, un amante e difensore della letteratura sarda. Insomma, come ha confermato Maurizio Porcelli, “era impossibile non dedicare a lui il Premio Letterario”.

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