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Parte dal capoluogo dell'isola il tour nazionale di “Mare Nostrum II”

22 aprile 2016, 12:59
Paolo Fresu - Richard Galliano - Jan Lundgren a Cagliari il 25 aprile, Auditorium del Conservatorio

Mancano solo tre giorni al via da Cagliari al tour del progetto "Mare Nostrum II " il Suono d’Europa... Parte seconda.

L'eccezionale appuntamento unico nell'isola con il trio che da anni spopola sulla scena internazionale, il trombettista di Berchidda Paolo Fresu, il fisarmonicista francese Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren, è in programma lunedì 25 aprile alle ore 21.00 all'Auditorium del Conservatorio G.P. da Palestrina in Piazza Ennio Porrino. 

Il trio Fresu - Galliano - Lundgren, definito dalla critica fin dal primo album "Mare Nostrum” del 2007, un grande e creativo collegamento tra le culture musicali di questi musicisti, ora a poche settimane dalla pubblicazione della seconda parte - l'album “Mare Nostrum II” è stato presentato il 26 febbraio 2016 - arriverà in Sardegna per dare il via in anteprima nazionale, a una lunga tournèe in numerosi teatri d'Italia della versione live di "Mare Nostrum II " il Suono d’Europa... Parte seconda. Concerti che di sicuro lasceranno il segno e sapranno incantare e affascinare non solo i fedelissimi di Paolo Fresu ma gli estimatori del grande jazz.

Questo concerto inserito nel cartellone del XIII Festival Internazionale Musica e Spettacoli ‎2016 “Pop a Impatto Zero” è proposto dalla SEM Organizzazione. La prevendita dei pochi biglietti ancora disponibili resterà aperta fino alle ore 12 di lunedì 25 aprile. Per informazioni rivolgersi al Box Office (www.boxofficesardegna.it, Viale R. Margherita 43, Cagliari, tel. 070/657428; e mail: info@boxofficesardegna.it.) oppure presso il circuito nazionale www.liveticket.it


I musicisti 

Paolo Fresu, sardo di nascita, è un indomabile poeta del suono. Provare a descrivere il suo enorme lavoro nel dettaglio si rivela impresa senza fine. Ogni tentativo di spiegare la
sua forza, le sue modalità espressive, le innumerevoli collaborazioni per le quali è divenuto famoso, porta invariabilmente a schiaccianti asserzioni. Il lavoro dell’artista, profondamente radicato nella vita culturale della nativa Sardegna, i tanti premi internazionali, le incalcolabili registrazioni a suo nome o come ospite di altri, il suo amore per i piccoli obiettivi ma anche per quelli più grandi come Parigi rappresentano le affascinanti sfaccettature di questo famoso artista. Fresu è un convinto assertore della teoria secondo la quale il futuro del jazz passi attraverso un’apertura alle altre culture musicali. Questa nuovissima e valida collaborazione con Galliano e Lundgren offre ampiamente prova della curiosità illimitata dell’artista, ancora evidente dopo 30 anni di carriera.

L’originalità è la più grande caratteristica del virtuoso della fisarmonica Richard Galliano. Da subito ha realizzato che il carattere di un artista può formarsi soltanto attraverso il riconoscimento e l’assimilazione delle proprie radici, così da permettergli di aspirare e ascendere al più alto livello del proprio status di musicista. Molto è stato scritto degli incontri e dell’amicizia di Galliano con Astor Piazzolla. Ma ridurre la sua carriera soltanto definendolo il suo erede sarebbe limitante. Come pochi altri Galliano ha saputo fondere diversi linguaggi musicali in un unico idioma, assai personale, totalmente europeo ma vicino al jazz quanto alla musica di origine mediterranea. E’ stato abile a elevare uno strumento come la fisarmonica e il suo fratello più piccolo, il bandoneon, dagli abissi della musica popolare alle policromie dell’orchestra sinfonica di impronta classica, ed ha aiutato lo strumento a guadagnare uno status più alto e a raggiungere uno splendore inaspettato. Il fisarmonicista giapponese della cantante Bjork una volta ha affermato: Richard Galliano ha spinto la fisarmonica in una nuova direzione: oggi noi sappiamo che esiste un periodo “prima” e uno “dopo” Galliano.

Il pianista svedese Jan Lundgren è stato invece abile a entrare con determinazione nella categoria degli eccellenti e innovativi precursori scandinavi: pianisti come Gunnar Svensson, Jan Johansson e il più recente Bobo Stenson. La sua articolazione è decisa e definita, il suo fraseggio impeccabile, il suo senso del tempo e il suo tocco del più alto calibro. Le sue esecuzioni fluide sono esaltanti e tuttavia rilassanti, percorrono diversi ambienti sonori grazie alle improvvisazioni contrastanti, e tengono viva l’attenzione di chi ascolta, ma allo stesso tempo lo lasciano respirare liberamente. Lundgren non cerca il colpo a effetto, non si perde in virtuosismi, insiste invece sulle profondità e sui significati in breve è uno strumentista completo. La sua gamma musicale incorpora le influenze contemporanee di musica classica, la canzone tradizionale svedese così come l’esteso vocabolario del jazz. All’inizio della sua carriera ha suonato con grandi nomi come Johnny Griffin, Benny Golson o Herb Geller, ma attualmente è sempre più concentrato sulle proprie radici, come si può chiaramente percepire nei brani da lui composti, dalle strutture armoniche e ritmiche complesse.

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