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I Riti storici della Settimana Santa a Cagliari

Autore: Silvia Fanzecco,
25 marzo 2015, 13:19
Tra le sette chiese e i quartieri storici della città, iniziano i numerosi eventi e le processioni dei “guardiani della pasqua cagliaritana”.

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Senso di appartenenza, orgoglio rispetto alle tradizioni e un patrimonio inestimabile di fratellanza” sostiene il sindaco Massimo Zedda, sono questi i tre anelli principali della catena che unisce in modo forte le Arciconfraternite che a Cagliari organizzano e promuovono ormai da secoli i riti della settimana santa. Momenti di festa, processioni, ritualità e fasi che si tramandano da generazioni, di padre in figlio, facendo diventare il tutto quasi “una questione di famiglia” riprendendo le parole del sindaco.

I riti storici entrano a far parte di quelle che sono le eccellenze del patrimonio materiale e immateriale della città di Cagliari, un motivo di “orgoglio” per tutta quanta la Sardegna. Una “ coralità di personaggi” passando il termine dell'Assessore alla cultura, Enrica Puggioni, personaggi che da tempo hanno il compito di iscrivere nel cuore dei quartieri storici della città, eventi che diventano tradizioni radicate, sentite fortemente dall'intera comunità riunita in un'occasione che rappresenta qualcosa di più di una semplice festa e spiritualità religiosa.

“I veri protagonisti, al di là delle parole spese per evidenziare l'importanza di questo evento, sono le Arciconfraternite” precisa l'Assessore indicando quelle che presenti al tavolo, Santissimo Crocifisso, La Solitudine, Mario Maffa primo guardiano di Sant'Efisio, l'Alter Nos  Matteo Lecis Cocco Ortu, la Congregazione degli Artieri di San Michele, hanno voluto portare un messaggio condiviso sull'importanza della partecipazione , promozione e valorizzazione di quelli che sono i canti, i costumi, le fasi, i percorsi e i luoghi, che rendono i riti della settimana santa eventi unici “secondi a nessuno”. Il sindaco Massimo Zedda li descrive come “coloro che incarnano il significato della città metropolitana” i rapporti stretti di collaborazione, dialogo e partecipazione reciproca che  questi gruppi hanno saputo stringere e mantenere nel tempo sono un esempio felice di quello che dovrebbe rappresentare una metropoli: un luogo dove i confini geografici e le barriere culturali sono abbattute, dove la comunità si sente riconosciuta sotto una stessa fede, un'identità unica.

“Dare il patrocinio del comune per approvare e supportare i riti sarebbe stato un controsenso” così il sindaco annuncia la proposta di deliberazione della Giunta, il cui scopo è quello di “ mettere le Arciconfraternite in condizioni favorevoli per dedicarsi al rito in sè e non alla ritualità della burocrazia”, una concreta possibilità di semplificazione e sburocratizzazione  degli iter amministrativi per migliorare sempre più il dialogo tra istituzioni e confraternite e il lavoro duro   ma indispensabile per mantenere in piedi tutti i programmi previsti. “La delibera prevede un incontro nel mese di Ottobre” anticipa il Sindaco  “per una buona programmazione degli itinerari, del calendario degli eventi, e sopratutto per organizzare in tempo tutti i processi di riqualificazione dei luoghi interessati dal passaggio delle processioni”.

Tutto deve essere coordinato nel migliore dei modi perché si possa percorrere insieme un cammino che “consente di conoscere meglio luoghi e persone, a contatto diretto con la città” citando il concetto espresso dall'Alter Nos Matteo Lecis Cocco Ortu, luoghi e persone che hanno il compito di trasmettere la bellezza, nel senso più profondo del termine, di un momento particolare della città che non deve esaurirsi nel singolo evento ma abbracciare tutto l'anno, l'intera comunità. 

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