Comunicati stampa

Cultura e commercio: economia unica

Autore: Silvia Fanzecco,
9 marzo 2015, 13:47
Interazioni e nuove sinergie pensate per lo sviluppo locale, sociale e culturale della città
Enrica Puggioni assessore alla Cultura
Enrica Puggioni assessore alla Cultura

Fare rete, creare modelli innovativi, investire in cultura per incentivare il commercio: questi i punti principali che hanno alimentato la discussione al SEARCH, in occasione dell'ultimo dei tre incontri dedicati alle sinergie per il commercio che innova, organizzati dalla collaborazione tra l'associazione Urban Center Cagliari e il Comune di Cagliari.

Per aprire il dibattito, non poteva essere più azzeccato l'intervento dell'Assessore alla cultura del Comune di Cagliari, Enrica Puggioni, capace di delineare un quadro chiaro e circoscritto sui rapporti inevitabili che, in questo particolare contesto sociale e cittadino, si sono stretti e continuano a crearsi tra l'economia della cultura e l'economia del commercio. Due realtà che si uniscono in un “Percorso di riflessione e di elaborazione di modelli ispirati sopratutto al fare rete” sottolinea l'Assessore. Si tratta di un cammino che ha sfruttato sopratutto la candidatura a Capitale Europea della cultura come occasione, opportunità , una piattaforma di elaborazione e approfondimento di idee e temi determinanti  per il ripensamento delle politiche culturali e modelli governativi da attuare in un territorio dove la cultura non viene più concepita e tollerata in senso tradizionale ma si estende trasversalmente in tutti i settori.

“La cultura si afferma con una nuova programmazione a livello europeo, volta al superamento della scissione tra contenuto e contenitore”, attraverso la riqualificazione urbana, la rivalutazione degli spazi sociali e culturali e il coinvolgimento attivo di tutti i fili che costituiscono il tessuto urbano, è possibile valorizzare a pieno il territorio in tutte le sue diversità, complessità e unicità. “La candidatura è lo snodo di un processo più ampio, che non deve arrestarsi”, deve essere concepito come un momento da cui partire per la costruzione di un luogo comunitario di incontro, confronto, scambio  e relazione dove “I presidi culturali aprono scenari di discussione e laboratori per co-progettare insieme un sistema che porti all'innovazione e alla crescita”.

Cultura e impresa non sono agli antipodi, non possono rappresentare due poli distanti e in contrasto, “Quando si parla di cultura e impresa sembra che tra esse ci sia una sorta di incompatibilità”, queste parole vogliono sfatare una convinzione infelice a favore di una visione più ottimistica che punta alla realizzazione di reti miste, che si ibridano dandosi una nuova organizzazione funzionale nella quale si possano evolvere liberamente le esperienze migliori per tutte le realtà cittadine.

La passeggiata coperta come galleria dell'artigianato artistico, una bottega di alta classe con un sistema integrato per rivalorizzare l'arte manifatturiera dell'Isola, sarebbe emblema perfetto di un felice accordo tra commercio e cultura.

“L'economia della cultura va stimolata, le menti creative sono quelle che prendono dall'esistente trovando soluzioni positive e utili a generare innovazione economico-sociale”, sono le parole di Silvia Murruzzu del Comune di Cagliari, parole che vogliono raccontare l'esigenza da parte delle città di reinventarsi, di adattarsi alle nuove politiche dell'economia e della cultura attraverso la pianificazione e la progettazione di soluzioni e azioni alternative con la collaborazione di  urbanisti, artisti, commercianti e tutti i diversi attori che vogliono costituire una città “a misura di sostenibilità sociale”. Il cittadino diventa prosumer, consumatore e produttore di idee, il coinvolgimento nella costruzione di realtà di successo deve partire dal basso per arrivare alla soddisfazione di esigenze concrete. “ Per il cambiamento, che generi anche un ritorno economico, devono essere attori tutti”, l'unica classe ammessa è quella che si impegna ad abbattere le controindicazioni dell'agentificazione, allarga lo spettro e include figure di cerniera che diventano il perno per la generazione di microeconomie innovative e sostenibili. Se è vero che “lo Stato siamo noi”, oggi non possiamo solo ad offrire ma coinvolgere.

La testimonianza e la partecipazione attiva degli operatori commerciali e culturali, presenti all'incontro, è la conferma che qualcosa sta cambiando, che si sente una necessità impellente e condivisa di collaborazione e innovazione per una rinascita e uno sviluppo sociale possibile.

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