Alla periferia di Cagliari, nell'attuale area di pertinenza della Municipalità di Pirri, in quel che un tempo fu l'antico Borgo di San Vetrano, si erge la piccola chiesa di Sant'Elena di Pirri.
In Campidanese il luogo di culto è conosciuto anche come Sant'Alenixedda (che sarebbe il diminutivo di Aleni che in italiano si traduce con Elena) per distinguerla dal più maestoso Santuario di Sant'Elena della poco distante città di Quartu.

La pietra bianca spicca nello spicchio campestre che il cemento contemporaneo non è riuscito a ricoprire.

Inserita in quel che fu il Giudicato di Cagliari, la sua datazione al XIV secolo manca di fonti documentarie, ma la lettura diretta del Monumento evidenzia contaminazioni stilistiche di chiara ascendenza romanica e gotico-catalana.
Il piccolo gioiello romanico, ascrivibile comunque al primo quarto del XIV secolo, è a pianta mononavata con facciata gotica e aula ricostruita in età moderna.

La facciata ha zoccolo a scarpa, larghe paraste d'angolo e lesene modanate che la ripartiscono in tre specchi che terminano con archetti ogivali interamente trilobati.
Nello specchio centrale un oculo circolare “impera” sulla lunetta ogivale del portale, sovrastato da un campanile a vela di epoca chiaramente successiva.

La chiesa è uno dei tanti gioielli di epoca romanica attestanti l'intensa attività giudicale, che virava prepotentemente verso l'area cattolica d'occidente e prendeva le distanze dall'Impero bizantino, nonostante Sant'Elena fosse la Madre di Costantino imperatore, che nell'isola viene venerato come santo.