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Il nuovo direttore del teatro stabile di Sardegna

Autore: Fabio Marceddu,
17 novembre 2014, 12:19
Dal 2015 al 2017 si cambia
Massimo Mancini
Massimo Mancini

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Soffia il vento del rinnovamento al Teatro Stabile di Sardegna. Un vento che ha iniziato a soffiare il 23 settembre quando è stata “bandita” una manifestazione di interesse alla ricerca di un nuovo direttore artistico per il triennio 2015/2017.

Il ruolo che si cercava doveva racchiudere in sé competenze sia culturali che artistiche da poter “espletare” al meglio anche nella prospettiva possibile di Cagliari Capitale europea della Cultura.

Gli eventi hanno attribuito la vittoria a Matera (cui rinnoviamo sportivamente l’in bocca al lupo), ma alle città finaliste saranno comunque approvati e finanziati gran parte dei progetti e dei programmi nel prossimo biennio.

Delle 43 domande pervenute con candidati delle più diverse provenienze e competenze, la scelta si è quindi forse orientata naturalmente verso Massimo Mancini che, a partire dal Maggio 2014 in occasione della sua investitura come direttore artistico di Cagliari-Sardegna 2019, ha avuto modo di conoscere il territorio cagliaritano dal punto di vista artistico culturale con i suoi limiti e le sue potenzialità.

Conoscenza che dopo un primo momento di affiancamento all’attuale Direttore Artistico Guido De Monticelli, lo porterà ad avviare un processo di rinnovamento culturale e gestionale all’interno del comparto produttivo del Teatro Stabile della Sardegna.

Siamo fiduciosi che il vento possa diventare brezza, una brezza marina gentile che possa soffiare anche sulle realtà isolane ed extraisolane (che operano in contesti differenti quali ambasciatori della cultura sarda) spesso trascurate ed ignorate da questa grande Istituzione che è il teatro stabile.

A volte gli uomini venuti da lontano hanno cercato di dare una forte spinta al cambiamento, ma poi si sono arenati nei meccanismi obsoleti e farraginosi del sistema.

Auguriamo a Massimo Mancini di contraddire questa nostra affermazione e di puntare in alto con il vento in poppa, verso obiettivi da raggiungere impensabili, per un teatro stabile italiano, europeo che non trascuri le sue radici, ovunque queste si trovino. 

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