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Enrico Castriotta: lotto con la sclerosi multipla ma il mio libro "un inno alla vita"

12 dicembre 2013, 12:53
Presentato il libro "Quel bip che mi ha cambiato la vita" scritto con il giornalista Luigi Alfonso.

“Sono soddisfatto di questo libro, ci tenevo a lanciare un messaggio a chi spesso si fa travolgere dalla vita e, talvolta, persino da problemi molto piccoli. Credo di essere riuscito nell’intentio. Sarei felice se riuscissi ad aiutare anche soltanto una persona”. Così Enrico Castriotta ha commentato ieri la sua iniziativa editoriale, scritta insieme al giornalista Luigi Alfonso, durante la presentazione che si è tenuta nel salone dell’Opera del Buon Pastore, a Cagliari.

Quel bip che mi ha cambiato la vita - copertina‘Quel bip che mi ha cambiato la vita’ vuole essere un inno alla vita da parte di chi, come Enrico, da oltre vent’anni fa i conti con la Sclerosi multipla. Per lui è stato scioccante accorgersi dell’insorgere subdolo della malattia, nel pieno della giovinezza, quando svolgeva l’attività del pattinaggio agonistico nella società presieduta dal padre, Benito Castriotta, la Roller Club Cagliari. Lui se n’è accorto prima ancora dei medici: la sua esperienza di fisioterapista aveva fatto suonare un campanello d’allarme, in quanto si accorgeva che la debolezza, a dispetto della tonicità muscolare, era un sintomo di qualcosa di più grande di lui e del suo fisico allenato. Col passare dei mesi, Enrico ha dovuto mettere da parte i pattini a rotelle, i campionati (anche a livello nazionale), lo sport in generale. Persino il lavoro. Ma non ha mai smarrito la voglia di vivere e la determinazione. Non si è mai arreso di fronte all’ineluttabilità di questa malattia che colpisce moltissimi sardi (la nostra isola è la regione italiana più colpita dalla Sclerosi multipla). Lui, che compirà 46 anni il 30 dicembre, ha reagito con la tenacia di chi ha ancora tanto da dare. E da dire. Si è impegnato in politica (è stato vicepresidente della Circoscrizione di San Benedetto, quartiere in cui è nato e tutt’oggi vive) e nel sociale, facendo tante battaglie – da solo e con l’aiuto dell’associazione Il Raglio – contro le barriere architettoniche che limitano la deambulazione di tante persone: non soltanto chi è costretto a muoversi sulla sedia a rotelle, come lui, ma anche gli anziani, chi trasporta un bambino sul passeggino, chi è claudicante o comunque deve servirsi di una stampella.

Il libro, pubblicato dalle Edizioni del Meriggio, si rivolge a tutti. “Non aveva senso – spiega Enrico – parlare soltanto ai malati. Perché in fondo siamo tutti dei potenziali portatori di disabilità. A volte basta un semplice infortunio, una gamba ingessata o un intervento al menisco, per comprendere che dobbiamo affrontare e superare delle difficoltà più o meno grandi. Non comprendo quei giovani che godono di ottima salute e cadono in depressione per delle stupidaggini, magari perché i genitori non sono riusciti a comprare loro l’ultimo modello di smartphone. Spero che, leggendo questo libro, si pongano delle domande, come ho fatto io”.

Ieri sera la presidente della ML Skate, Maria Laura Orrù, ha voluto donare a Enrico una maglietta della sua società di pattinaggio. Lei, che è stata una campionessa di questa disciplina, non ha voluto mancare all’appuntamento. Ed è andata oltre: ha offerto a Benito Castriotta la presidenza onoraria della ML Skate, quale segno di ringraziamento per ciò che la sua famiglia ha fatto per il pattinaggio sardo quando era ancora ai primordi. Va ricordato, infatti, che anche il fratello minore di Enrico, Manuel, ha praticato questo sport, riuscendo a vincere alcuni titoli europei. Storie di sport e di vita, che hanno lasciato una traccia indelebile. La gente, molta gente, per fortuna non l’ha dimenticato.

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