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19 Marzo Festa del papà

Autore: Paola Perria,
18 marzo 2009, 12:39
Origini della tradizione e bibliografia della Biblioteca Comunale di via Newton.

Parte 2 di 2

Documenti Allegati

Padri e Figli – Ivan Turgenev. Torino, Einaudi 1998
Trama - Quando nella casa di campagna di Nicolaj Kirsanov arriva il figlio Arkadij con l’amico Evgenij Bazarov, si delinea subito il conflitto tra vecchie e nuove generazioni. Evgenij è un giovane medico, fiducioso solo nelle scienze sperimentali, un nichilista, lo definisce l’autore, con un termine che avrebbe poi avuto grande fortuna. Le idee turbano Kirsanov e irritano suo fratello, lo scettico Pavel. In una città vicina i due incontrano la bella vedova Anna Odincova di cui Bazarov si innamora, ma da cui è rifiutato. Dopo un duello con Pavel, Evgenij contrae, durante un’autopsia, il tifo, che si rifiuta di curare e muore assistito da Anna, con pietà ma senza amore. Il romanzo si conclude con i genitori di Bazarov che rendono omaggio alla sua tomba.
“Padri e Figli” comparve per la prima volta sulla rivista Il Messaggero russo nel 1862 ed è considerata il capolavoro di Turgenev.

Storie di Padri e Figli – Manuel Vàzquez Montalbàn. Milano, Feltrinelli 2001
Composto da tre brevi romanzi gialli con Pepe Carvalho, l’investigatore privato catalano protagonista della maggior parte delle opere di Montalbàn, nei quali tutto ruota attorno ai contraddittori rapporti che le generazioni si trovano ad affrontare nella Spagna post-franchista.
“Nessuno può sfuggire a questa relazione. Siamo tutti figli di qualcuno, nonostante ci sia chi, a sua volta, si rifiuta di essere padre. Pertanto, il titolo di queste tre storie, riguarda ogni potenziale lettore. Ogni racconto, per breve o lungo che sia, è pieno di padri e figli o di figli e padri. Ma credo, e da questo nasce il titolo generico del volume, che le storie che qui si raccontano, si basino soprattutto sulle caratteristiche, normali o subnormali, che talvolta presentano le relazioni tra padri e figli. In Ne ho fatto un uomo , il padre padrone e patriarca cerca di guidare il destino del figlio; in Da tetti e terrazze è il figlio proteggere il padre. La relazione madre-figlia in Cercasi Sherazade è quasi comica”. (M.V.Montalbàn).

La Stanza del Figlio – film scritto e diretto da Nanni Moretti. Roma, l’Espresso 2003 (DVD)
Ambientato ad Ancona, è la storia di una tranquilla famiglia borghese, benestante, il cui equilibrio viene sconvolto dalla morte del figlio, avvenuta in seguito ad una immersione subacquea. Nanni Moretti interpreta il ruolo del padre, uno psicanalista ironico e sportivo, molto disponibile nei confronti dei pazienti, Laura Morante (la madre), anch’ella lavoratrice, ha un rapporto complice con il marito e con i figli. Vi è anche una sorella (Jasmine Trinca) il cui personaggio prende corpo man mano che la storia si dipana. Il “figlio” del titolo è presente in absentia, nei ricordi e nei flahback. Il nodo centrale della vicenda è rappresentato proprio dalla differente reazione al dolore dei vari componenti della famiglia, con il conseguente emergere delle diverse soggettività. La tensione del nucleo familiare improvvisamente sbilanciato dalla scomparsa di un membro cardine, finirà per incrinare il rapporto tra i genitori creando una frattura insanabile.
Con questo film, Nanni moretti vinse la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 2001.

Il Padre – Elizabeth von Arnim. Torino, Bollati Boringhieri 2007
Trama – Jennifer è una matura ragazza nubile poco amata e molto sfruttata dal padre, illustre scrittore. Jennifer fa una promessa alla madre morente: occuparsi di lui fino alla sua morte. Tuttavia, il giorno in cui l’anziano genitore torna a casa con una giovanissima e alquanto spaurita moglie, Jennifer si sente finalmente libera di lasciare la casa paterna, di trasferirsi in campagna, suo sogno da sempre, e di mettere fine all’esistenza insulsa che conduce a Londra, imperniata sulla dedizione forzata e sul lavoro, priva di ogni affetto. Si stabilisce, dunque, in un piccolo cottage fuori città e, con il giovane ecclesiastico suo padrone di casa, James, nasce un’amicizia che presto si trasforma in uno speranzoso amore. Non ha fatto però i conti con il padre, che la rivuole a casa a tutti i costi non trovando una segretaria con un addestramento pari al suo, né con la sorella di James, una zitella dispotica e attempata che da sempre piega il fratello alla propria volontà con la sua soverchiante personalità e il suo smisurato egoismo, né tanto meno con la giovane matrigna, terrorizzata e pentita di quel matrimonio azzardato…
Autrice di questo romanzo, pubblicato nel 1929, è Elizabeth von Arnim, pseudonimo di Mary Annette Beauchamp, nata in Australia nel 1966 e morta negli Stati Uniti nel 1941. Era cugina di Katherine Mansfield e amica di E. M. Foster. Crebbe in Inghilterra, sposò il conte H.A.von Arnim con cui visse in Pomerania. Dopo la sua morte, tornata in Inghilterra, amò H.G. Wells e in seguito sposò Francis Russel, fratello di Bertrand.

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